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Mini Imu 2013-2014, dal rinvio al caos: tutte le ragioni per non pagarla
Istruzioni mancanti, comuni in ritardo, confusione di leggi

Che la mini Imu fosse il frutto di un caos normativo senza precedenti sul fronte della fiscalità immobiliare, è risaputo sia a livello popolare che istituzionale. Ma alla prova dei fatti, quale sarebbe stato l’effetto di questo guazzabuglio normativo, era ancora da scoprire.

Ora, con l’arrivo del nuovo anno e l’approssimarsi della data di scadenza per i versamenti mancanti alla quota mancante dell’Imu 2013, pare che proprio da quella confusione di leggi e leggine che hanno partorito il conguaglio di fine gennaio, potranno sorgere infinite nuove criticità. 

Scade il 24 gennaio il termine per il versamento della mini Imu 2013, rimandata da dicembre a gennaio del nuovo anno per la mancata conferma delle coperture sulla seconda rata della tassa sugli immobili per le prime case, pertinenze e terreni e fabbricati agricoli, ossia, le fasce già esentate della rata di giugno, che avrebbero dovuto vedersi risparmiate anche di quella finale, a sentire i proclami del governo, ma in realtà si troveranno a  versare una quota per compensare alle lacune economiche del governo.

La mini Imu andrà pagata in 2.390 comuni, cioè lì dove l’aliquota è stata innalzata oltre la soglia base dello 0,4% e non corrisponderà all’intera seconda rata, ma solo al 40%, dal momento che il resto dell’eccedente verrà coperto dalle risorse stanziate dallo Stato con il decreto portato in Consiglio dei Ministri il 27 novembre scorso.

A venti giorni dalla data di scadenza, però, siamo ancora in alto mare per quanto riguarda le pratiche da seguire sulla conferma del dovuto, inizialmente previsto entro il 16 gennaio, poi rinviato di otto giorni con l’approvazione della legge di stabilità. Sono oltre 20 milioni i contribuenti interessati che, a gennaio, dovranno versare un conguaglio più o meno sostanzioso della rata mancante dalle casse dei Comuni i quali, nella maggior parte dei casi, non hanno ancora fornito le istruzioni necessarie ai propri cittadini su quote da versare e modalità.

Già in moltissimi si stanno rivolgendo ai professionisti revisori dei conti per riuscire a orientarsi in mezzo a questa selva di norme, cercando, in aggiunta, di decifrare le disposizioni degli enti locali, che, in molti  casi, si limitano a trasporre sui propri siti internet aliquota ufficiale e decreto del governo, tralasciando le indicazioni economiche e operative per i contribuenti. Con il risultato che, si è calcolato, la quota da versare dovesse essere di pochi euro, potrebbero richiedere un maggiore esborso le consulenze della mini Imu stessa.

Come se non bastasse, poi, c’è la legge 147 che, al comma 728, denota come non siano applicati sanzioni e interessi nel caso di insufficiente versamento della seconda rata dell’imposta municipale propria per l’anno 2013, qualora la differenza sia versata entro il termine della prima rata relativa alla medesima imposta per l’anno 2014″.

Insomma, per molti contribuenti la tentazione di rimandare, aspettando giugno, è forte anche perché, nel frattempo, il governo potrebbe aver cancellato del tutto l’imposta, o quel che ne resta.


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