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Cognome figli, in arrivo nuove norme: il Governo interviene per il doppio cognome
GiĆ  oggi un disegno di legge all'o.d.g. del Consiglio dei Ministri. L'accelerazione dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo

Palazzo Chigi interviene sul cognome della madre. A qualche giorno dalla sentenza di Strasburgo che ha condannato l’Italia per la consuetudine a trasmettere unicamente il nome di famiglia paterno e dopo le parole del premier Enrico Letta a favore di un’innovazione della legislazione, Governo e Parlamento si muovono. L’Esecutivo, infatti, apprezzando le iniziative di deputati e senatori, decide di scendere in campo. E lo fa portando già oggi in Consiglio dei Ministri un disegno di legge sulle disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli che così accorcia decisamente i tempi della riforma del codice civile, così come auspicato anche dai partiti che avrebbero però preferito un decreto-legge. Da parte loro le forze politiche non restano comunque con le mani in mano: Pd e Fi, siglando un’alleanza inedita, hanno infatti messo nero su bianco un disegno di legge bipartisan per garantire la libertà di scelta di genitori e figli su questo fronte nonché sancire la possibilità per i coniugi di mantenere ciascuno il proprio cognome.

Un fatto di civiltà, spiegano Alessandra Mussolini (che racconta di aver ingaggiato una lunga battaglia con lo Stato per ottenere che i propri tre figli potessero avere anche il proprio cognome) e Stefano Esposito del Pd, anche lui protagonista di rocambolesche avventure burocratiche per raggiungere lo stesso obiettivo. Sì perché, chiariscono i senatori, la legge italiana prevede la possibilità del doppio cognome ma solo dopo aver affrontato un percorso a ostacoli che passa per le prefetture e solo se in possesso di “un’adeguata motivazione”.

Insomma, la persistente abitudine a mantenere il cognome dei padri rappresenta l’ultimo strascico di una cultura “patriarcale e sessista”, attacca Sergio Lo Giudice presentatore di un’altra proposta di legge a Palazzo Madama sul tema. Il consenso infatti in Parlamento, spiegano gli altri senatori tra cui Donella Mattesini del Pd, Maria Rizzotti e Ciro Falanga di Fi, è ampio (ad esempio anche il Psi ha un d.d.l. ad hoc) e l’obiettivo è di avviare la discussione in Commissione giustizia per poi mettere a punto un testo unificato sul quale votare compattamente. “Qualora l’Esecutivo dovesse intervenire, Forza Italia – assicura però la senatrice Alessandra Mussolini – potrà essere solo soddisfatta e votare a favore. Io lo farò”.

(Fonte: Ansa)


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