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Imu-Tasi, accordo raggiunto tra Governo e sindaci
Riconosciuto ai comuni un ammanco di 700 mln, di cui 500 saranno dati subito. Fassino: soddisfacente il confronto con il Governo

Si sblocca all’improvviso in una riunione al Ministero dell’economia lo stallo tra Governo e sindaci sul buco di risorse prodotto dal passaggio delle aliquote Imu a quelle Tasi. Ieri l’Esecutivo – rappresentato dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, dal Ministro per gli affari regionali Graziano Delrio e dal Ragioniere generale dello Stato Giuseppe Pisauro – ha offerto all’Anci una soluzione praticabile per uscire dal pantano delle cifre, non senza aver riconosciuto le ragioni dei primi cittadini, monetizzabili in 700 milioni di minori entrate.
In serata poi un’ampia delegazione di sindaci, guidata da Fassino, è stata ricevuta al Quirinale dal presidente Giorgio Napolitano. Soddisfatto il presidente Anci, che ha parlato di “incontro proficuo e cordiale”, che è “servito anche ad informarlo sull’esito della trattativa chiusa oggi con il Governo” sulle risorse Imu-Tasi. Il Capo dello stato, ha ricordato ancora Fassino, “ha mostrato grande attenzione e sensibilità, di cui, mi piace sottolinearlo, gli siamo grati”.
Tornando all’accordo sottoscritto al Mef, una parte consistente dei 700 milioni, vale a dire 500 milioni (già stanziati dal Governo nella legge di stabilità per sopperire all’ammanco delle risorse destinate alle detrazioni per le famiglie meno abbienti), prenderanno la strada delle casse comunali per rimettere in pari la bilancia rispetto al regime Imu. Per i restanti 200 milioni il Mef ha già garantito ai sindaci che a breve verrà trovata una soluzione quanto più possibile praticabile.
I sindaci poi potranno applicare un’aliquota Tasi aggiuntiva dello 0,8 per mille sulla prima o sulla seconda casa per coprire le detrazioni per le famiglie meno abbienti che già usufruivano di detrazioni analoghe con il regime Imu. L’esito della giornata ha quindi fugato, contro ogni aspettativa, le nubi nere che sembravano essersi addensate sopra al Ministero dell’economia.
In un incontro tutto sommato breve, le due parti sono riuscite a trovare una soluzione che viene giudicata positivamente dal Ministro Delrio ma anche dal Presidente dell’Anci Piero Fassino. Il Ministro, che fino a un anno fa ha guidato l’Associazione dei comuni, ha espresso “soddisfazione” per l’esito dell’incontro di ieri, perché “prevede la garanzia per milioni di famiglie italiane, specialmente le meno abbienti, del mantenimento dell’esenzione della nuova tassa sulla prima cassa e tende anzi – ha sottolineato in una nota – ad estendere l’esenzione ancora più di prima, con la precedente imposta”.
In ogni caso, ha puntualizzato, “occorre lavorare ancora per garantire il gettito mancante ai comuni, rispetto all’aliquota precedente, ma anche su questo punto oggi è stato compiuto un importante passo avanti”. Consuntivo positivo anche per il sottosegretario Baretta: “l’intesa raggiunta chiude bene un lungo e travagliato periodo di confronto. Nell’incontro si è reciprocamente convenuto che il mancato gettito che deriva, ad una parte dei comuni, dall’applicazione della nuova tassa di servizio è stimato in circa 700 mln. L’impegno del Governo a compensarli – ha affermato – assicura complessivamente lo stesso gettito del 2013 garantendo quindi ai cittadini i servizi e ciò è anche la dimostrazione che gli stessi pagheranno meno degli anni precedenti”.
Un Fassino sorridente – che oggi presiederà i lavori dell’Assemblea straordinaria dell’Anci a Roma, a cui parteciperanno tantissimi primi cittadini, tutti rigorosamente con fascia tricolore – fuori dal Ministero dell’economia ha spiegato che “i sindaci nel 2014 potranno disporre delle stesse risorse del 2013”. Si tratta, ha aggiunto, di un risultato importante, visto che si somma all’abolizione del patto di stabilità sui mutui per investimenti, ma anche all’alleggerimento dello stesso per 1 miliardo introdotto in sede di legge di stabilità, creando così le condizioni per il superamento definitivo della sua applicazione per tutti i comuni con meno di 5mila abitanti. Questo quadro, ha detto Fassino, “consentirà ai comuni di non veder ridotte le loro risorse finanziarie, riuscendo nel contempo a garantire l’erogazione di servizi fondamentali per i cittadini”. Ora, ha concluso, “ci attendiamo una rapida soluzione da parte del governo delle norme necessarie per garantire la chiusura dei bilanci dei comuni”.


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