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Presentazione del rapporto nazionale dell'Eurobarometro Standard 80
Il 51% degli europei dice di aver fiducia nel futuro, in Italia invece gli ottimisti sono di meno: il 40%

In Europa si comincia a diffondere un cauto ottimismo con il 51% degli europei che dice di aver fiducia nel futuro. In Italia invece gli ottimisti sono di meno – il 40%. E’ quanto emerge dall’ultimo Eurobarometro Standard – il sondaggio più importante condotto a livello europeo sulle opinioni dei cittadini Ue.

Le domande si concentrano sui principali temi della politica europea e sulle tematiche di attualità. Il Rapporto sull’Italia è stato illustrato oggi a Roma presso la sede della Rappresentanza in Italia della Commissione europea alla presenza del Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani. La crisi economica e sociale continua a dominare i pensieri degli italiani e influisce sui giudizi espressi nei confronti dell’Unione europea. La disoccupazione, infatti, rappresenta il principale problema in Europa per il 49% degli intervistati, seguita dalla situazione economica in generale (44%), dalla pressione fiscale (21%) e dall’inflazione (17%).

L’euro resta punto fermo
La moneta unica resta un punto fermo e il sostegno da parte dei cittadini è rimasto pressoché stabile. La maggioranza degli italiani (53%) e degli europei (52%) si esprime a favore dell’Unione economica e monetaria (UEM) con la moneta unica.

La fiducia nelle istituzioni
Nel contesto della crisi economica perdurante, il calo di fiducia riguarda tutte le istituzioni a livello regionale, nazionale ed europeo. Infatti, la fiducia nella Commissione europea passa dal 35% al 32%, quella nel Parlamento europeo dal 41% al 36%. Quella espressa alle istituzioni UE resta tuttavia 3 volte più elevata della fiducia nei confronti delle istituzioni nazionali e regionali. Governo e Parlamento nazionali suscitano la fiducia di appena il 10% del campione (in calo rispettivamente dal’11% e dal 12% dell’ultimo sondaggio), le autorità locali e regionali del 14% (in calo dal 15%). La fiducia degli italiani nella Banca Centrale Europea cresce dal 28% al 31%.

Forte sostegno per la governance economica, l’unione bancaria e l’intervento a favore dell’industria
Gli italiani sono anche nettamente favorevoli all’approvazione preventiva dei bilanci nazionali da parte delle autorità europee, uno degli elementi cardine della nuova governance economica europea. Il 66% ritiene questa misura efficace per uscire dalla crisi, a fronte di una media Ue al 58%.
Sostegno altrettanto chiaro va al cosiddetto primo pilastro dell’Unione bancaria europea, la supervisione centralizzata a livello Ue delle banche. Il 69% del campione italiano è a favore di tale misura, che trova d’altra parte il 70% di sostegno a livello Ue, il 76% di consensi nell’eurozona, e il 61% di favorevoli anche tra i Paesi Ue al di fuori dell’eurozona.
Il 68% degli italiani e il 73% degli europei pensa che sia importante aiutare la base industriale europea per renderla più competitiva, promuovendo l’imprenditoria e le nuove competenze”.
Il 60% degli italiani è favorevole alla nomina di un ministro delle finanze dell’Unione europea. Si tratta di una delle percentuali più elevate nell’Ue dove solo in Belgio (62%), Croazia (62%) e Lussemburgo (61%) si registra una media superiore di consensi.
Sulle questioni di natura più prettamente finanziaria in discussione a livello Ue, gli italiani mostrano un forte sostegno a regole più rigide contro i paradisi fiscali e l’evasione fiscale (81%), all’introduzione di una tassa sui profitti delle banche (75%), all’inasprimento delle norme per le agenzie di rating (74%), alla regolamentazione delle remunerazioni dei banchieri (73%) e anche all’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie (67%).
Gli italiani sono invece più cauti sull’introduzione di eurobonds che è sostenuta comunque dal 54% del campione.

Sentimento di cittadinanza in flessione
La maggioranza assoluta, il 53%, del campione italiano dice di non sentirsi un cittadino dell’Ue. Viceversa, per il 45% il senso di appartenenza all’Unione è un dato di fatto. Il 79% degli intervistati italiani ritiene che le proprie opinioni non siano rappresentate nell’Ue. Questa percentuale è in aumento dal precedente 78%. Secondo il 55% degli intervistati italiani, l’Unione europea non va nella giusta direzione. Il dato è in aumento rispetto al 46% dell’ultimo sondaggio. Questa opinione è condivisa anche dal 47% degli europei. Un motivo è che forse Bruxelles e gli altri Paesi dell’Unione appaiono ancora troppo distanti. Tre italiani su quattro (75%) si ritengono non sufficientemente informati sulle questioni europee. Questo richiederebbe un maggiore sforzo in termini di comunicazione chiara e diretta sia da parte delle istituzioni UE che da parte degli Stati.

Più Europa e non meno Europa
Le critiche rivolte all’Ue si sposano, tuttavia, con la richiesta di maggiore integrazione e con il desiderio di un salto di qualità dell’Ue. Gli italiani vogliono più Europa, non meno Europa, ma un’Europa che possano capire meglio e più vicina a loro. La maggioranza relativa (40%) preme infatti per un’Europa federalista. Molti di più vogliono una politica estera comune (61%) e una politica europea di sicurezza e difesa (68%).

(Fonte: Commissione europea)


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