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Industrial Compact, sempre più forte in Europa il fronte del sì

Continua a crescere e a rafforzarsi il fronte europeo del sì all’Industrial Compact, il Patto Ue per la reindustrializzazione dell’Europa messo a punto dal vicepresidente della Commissione Antonio Tajani che mira a raggiungere il 20% del pil dal manifatturiero entro il 2020. E dopo l’ultima riunione dei ministri dell’industria dei 28 il sostegno a questa strategia da parte del prossimo vertice Ue, dedicato proprio alla politica industriale, si fa sempre più concreto. In questi giorni si stanno infatti moltiplicando le iniziative e il pressing politico: dalla dichiarazione congiunta di Spagna, Italia e Portogallo, alle due lettere indirizzate al presidente Ue Herman Van Rompuy, una a nome dei 28 da parte della presidenza greca di turno e l’altra firmata da 10 paesi guidati dal Belgio. L’onda che si è messa in moto in Europa, dove ora l’industria è pari al 15,1% del pil, è un “segnale concreto”, ha riconosciuto Tajani, parlando di un vero e proprio “crescendo”.

Dalla presentazione lo scorso 22 gennaio del Piano per il rinascimento industriale europeo, insieme al pacchetto clima-ambiente-energia Ue, si sono moltiplicati i consensi non solo del mondo politico ma anche economico. A partire dalle confindustrie europee rappresentate da BusinessEurope, presieduta da Emma Marcegaglia, che meno di una settimana dopo accolto con favore l’iniziativa di Tajani chiedendo di “agire subito”. Immediato il sostegno anche delle altre istituzioni europee, dall’Europarlamento, il cui presidente Martin Schulz ha sottolineato la necessità di una “politica industriale forte e attiva” e ha ringraziato il commissario Ue per averla rimessa “al centro dell’agenda europea”, alla presidenza Ue della Grecia, il cui premier Antonis Samaras ne ha sottolineato la complementarità con il ‘Fiscal Compact’ per raggiungere gli obiettivi di crescita fissati dalla strategia Europa 2020.

Arriva poi il sostegno degli Amici dell’industria, che in occasione della seconda riunione ministeriale con 24 paesi coordinata dal ministro allo sviluppo economico Flavio Zanonato hanno prodotto una dichiarazione inviata a Van Rompuy chiedendo azioni concrete dal vertice Ue per rafforzare il manifatturiero. E in occasione del Cotec a Lisbona, si è poi aggiunto il ‘patto’ Ue-paesi del Sud, con una dichiarazione congiunta di Italia, Spagna e Portogallo per spingere l’acceleratore della reindustrializzazione del Vecchio continente tramite l’Industrial Compact. Ultime in ordine di tempo, la lettera a Van Rompuy di Belgio, Lussemburgo, Ungheria, Croazia, Cipro, Bulgaria, Malta, Austria, Estonia e Lituania con cui, ha spiegato il ministro vallone dell’economia, il belga Jean-Claude Marcourt, “sosteniamo totalmente la volontà del commissario europeo all’industria, Antonio Tajani, di fissare obiettivi ambiziosi in materia di politica industriale”.

E infine la richiesta, sempre al presidente Ue, della presidenza greca a nome dei 28, dopo il dibattito dei ministri dei 28 al Consiglio Competitività, per “agire rapidamente e in modo coerente” per “porre le basi perché la prossima Commissione possa presentare proposte legislative concrete”, in particolare su riduzione dei prezzi energetici, accesso al credito e taglio della burocrazia. “È un crescendo”, ha riconosciuto Tajani, assicurando di starsi “battendo perché ci siano messaggi concreti” nelle conclusioni del vertice Ue di marzo.

(Fonte: Ansa)


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