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Caos in vista sulla riforma del Senato, FI boccerà la nomina dei 21
Brunetta attacca il premier, Boschi apre alle modifiche

“I 21 senatori nominati dal Presidente della Repubblica per noi non passeranno mai”, così come “non passeranno mai gli esponenti dei comuni dentro al Senato delle Autonomie”. Così Renato Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera, a SkyTg24. “Noi vogliamo – ha sottolineato ieri parlando della riforma del Senato – un modello Bundesrat, un modello in cui le Camere regionali, i consigli regionali nominino in secondo livello esponenti però che siano esponenti di consigli legislativi, non dei comuni”.

Ha replica così il Ministro per le riforme, Elena Boschi, alla Commissione affari costituzionali del Senato dove ieri ha illustrato il d.d.l. di riforma del governo: la presenza di 21 senatori di nomina quirinalizia, previsti nella riforma proposta dal governo, “è intesa a marcare i connotati di garanzia del Senato” dato che i 21 “sono lontani dalle contese politiche e danno voce ad altre realtà del Paese”. 
Con la riforma costituzionale proposta dal governo – ha aggiunto la Boschi – il Presidente della Repubblica verrà eletto dai deputati e dai senatori, ma non più dai delegati regionali, dato che il futuro Senato rappresenterà le regioni stesse. “Io conto anche sulla collaborazione, il confronto e il dibattito, per poter migliorare il testo laddove è possibile ma mantenendo fede alla sua impostazione”, ha spiegato Elena Boschi.
Il governo, ha detto il Ministro per le riforme, intende “rispettare i tempi del dibattito parlamentare” sulla riforma ma “invita tutti a collaborare, affinché l’ impegno del governo di arrivare alla prima lettura entro 25 maggio possa essere realizzata”.

“Il processo riformatore molto coraggioso che il governo ci ha prospettato ci trova d’accordo nell’obiettivo finale”: così il capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani, nel dibattito in Commissione affari costituzionali di Palazzo Madama dopo che il Ministro Maria Elena Boschi aveva illustrato il d.d.l. di riforma del governo. Romani ha però esposto una serie di punti sui quali Fi ha delle riserve.

Riserve anche da parte di Sel, il cui segretario Nichi Vendola, alla domanda se Sel voterà col Pd sulla riforma del Senato, ha risposto: “No, direi di no. La fretta con cui Renzi vuole il suo trofeo, quello del più riformatore di tutti, è una fretta pericolosa. Quando si tocca un oggetto delicato, prezioso e complesso come la Costituzione, bisogna farlo con molta cautela. Se rotto, è difficile ricostruirlo”,

Infine ieri sera a Ballarò Matteo Renzi, parlando del percorso delle riforme, ha detto: “Non so cosa faranno altre forze politiche più piccole, però l’accordo tra maggioranza e anche Forza Italia mi sembra che regga. Quindi adesso vediamo all’opera i senatori e i deputati, vediamo chi è riformista solo a parole o chi lo è anche con il voto”.


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