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Ue promuove il Def, Renzi esclude manovra correttiva
Non molliamo, chi ha sempre pagato ora riscuote. Gli 80 euro in più sono una quattordicesima

Arriva la promozione di Bruxelles al programma economico di Matteo Renzi: la Commissione Ue, ha detto il portavoce di Olli Rehn “prende nota” del Def, “accoglie con favore” le misure per i lavoratori e ricorda che l’Italia “deve raggiungere il pareggio per ridurre il debito ed essere in linea con le regole” europee. E la Commissione vede “con favore” anche “l’accelerazione delle riforme in Italia e l’intenzione di procedere spediti con privatizzazioni, razionalizzazione della spesa, efficienza della p.a.”

Intanto il giorno dopo l’approvazione del Documento di Economia e Finanza il premier da Vinitaly esclude “una manovra correttiva nel modo più categorico”. “A chi dice che ci sarà bisogno di una manovra correttiva perché i numeri” del Def “sono sovrastimati dico esattamente il contrario: abbiamo tenuto bassa la previsione” per “serietà. Non mi aspetto brutte sorprese durante l’anno ma positive”: ci sarà “maggiore spazio d’azione durante l’anno”. 

“Mi ha colpito – ha detto ancora Renzi – l’atteggiamento delle persone che ci dicono non tornate indietro, non mollate: è la linea del Def, chi non ha mai pagato deve pagare un po’ e chi ha sempre pagato è giusto che inizi a riscuotere”. Il premier ha anche ribadito che gli 80 euro in busta paga saranno come di una “quattordicesima su base annua”. “Chi non ha mai pagato deve pagare un po’ e chi ha pagato è giusto inizi a riscuotere”, ha spiegato Renzi. “Proviamo a chiedere un sacrificio alla politica e ai politici che vedranno ridurre molto costi e posti con Province e Senato” ed è inoltre “particolarmente interessante chiedere un sacrificio ai dirigenti delle aziende pubbliche” e delle “banche che hanno usufruito dell’operazione Bankitalia”. Si chiede un “sacrificio” a chi “in questi anni ha avuto maggiori attenzioni”. “Da qui alla fine aprile – ha aggiunto – insisto perché sia fortissimo l’investimento” del governo “anche sulla riorganizzazione della p.a.”. Con lo “Sforbicia-Italia”, ribadisce, l’intento è “far venir meno anche qualche ente di troppo”.

Già alle 6,29 su Twitter il premier aveva sottolineato la sua soddisfazione per l’ok al documento che contiene la programmazione economica per i prossimi anni: “Il Def mantiene tutti gli impegni che ci eravamo presi, alla faccia dei gufi. Inizia a pagare chi non ha mai pagato. Si cambia verso”. “Oggettivamente”, la Difesa “è un settore dove si può tagliare”, ha scritto ancora Renzi su Twitter rispondendo ad un cittadino che gli chiede di smetterla di “parlare di tagli alla Difesa come panacea dei mali italiani”. L’interlocutore del premier aggiunge che l’Italia deve essere un Paese “con ambizioni”. Ma Renzi replica: “Non confondere le giuste ambizioni con gli sprechi”. E sempre su Twitter a chi gli obietta che nel Def “non c’è traccia di lotta all’evasione” il premier risponde “vedrai, vedrai sull’evasione…”.

A Vinitaly Renzi ha parlato anche di export e di agroalimentare: “Il vino e l’agroalimentare non sono passatempi” ma “sono un pezzo rilevante della nostra economia”. Per cui il Governo ha l’obiettivo di passare dagli attuali 5 miliardi di export a 7 e mezzo nel 2020, cioè in sei anni. “Vogliamo aumentare del 50% la capacità di export e possiamo farlo”, ha detto Renzi, promettendo anche una “lotta senza quartiere alla burocrazia che sta uccidendo l’Italia” e il settore dell’agricoltura in particolare. “C’è una responsabilità non solo dei politici ma anche delle associazioni di categoria, insieme dobbiamo cambiare senza trovare comodi alibi”. 

Chi ha da dire qualcosa sulle misure del governo per l’agricoltura, ha detto ancora, “magari non aspetti la fine per dire che il governo fa tutto da solo come è successo per la riforma costituzionale”. “Quando era scaduto il tempo ci hanno detto: certo che non ci hanno dato modo discutere”. Infine interloquendo con un giornalista che sottolineava come nel mondo del vino vi fosse una alta presenza femminile il premier ribatte che “in questo Paese la parità di genere la vedo solo nel governo della Repubblica”. 


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