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Sì alla fiducia sul decreto lavoro per i precari
Il governo Renzi ottiene la fiducia alla Camera sul c.d. Jobs Act

La Camera ieri ha votato al fiducia al decreto lavoro di Matteo Renzi (> il testo del d.d.l. di conversione). Dunque, primo ostacolo superato per il governo, costretto, comunque, a chiedere di esprimere il consenso su di sé invece che sulla materia del testo in Aula. Hanno votato sì alla fiducia al governo Nuovo centrodestra, Partito democratico e Scelta civica. Contrari Forza Italia, MoVimento 5 Stelle, Lega Nord, Fratelli d’Italia e vendoliani. L’esito: 344 favorevoli, 184 contrari.
Dopo una bagarre di alcune ore, che ha toccato il picco nella mattinata di martedì, dunque, anche il Nuovo Centrodestra si è convinto a dire sì al provvedimento sui contratti precari e di apprendistato, che apre, di fatto, la serie di riforme conosciute come il Jobs Act.
Per la verità il governo è finito in rotta di collisione non solo con il partito guidato da Angelino Alfano, ma anche con la minoranza della forza politica più pesante all’interno dell’arco che sostiene lo stesso Renzi: il Pd.
Ad esso, infatti, si devono le modifiche apportate in Commissione, che il premier si è affrettato a definire“dettagli”,  ma che in realtà rappresentano le condizioni poste da una parte del partito per dire sì al provvedimento derubricato come decreto 34/2014.
Nello specifico, queste modifiche apportate nel testo al voto alla Camera riguardano:

Da ultimo, passa al 35% il bonus sui contributi per i datori di lavoro, oggi fermo al 25%.

la scheda del decreto in approvazione alla Camera


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