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Europee: Pd trionfa e sconfigge populismi M5S e FI
Forza Italia non raggiunge la soglia del 20%. Questa la prima fotografia delle elezioni europee in Italia sulla base degli exit poll diffusi ad urne appena chiuse

Un vero e proprio trionfo il consenso elettorale ottenuto dal Pd alle Europee mentre si può definire senza alcun dubbio un crollo il risultato per M5S e FI. Il Pd di Matteo Renzi raggiunge il 41% dei voti e sconfigge – al termine di una campagna elettorale urlata e violentemente anti-europeista – il populismo, la demagogia anti-Ue soprattutto di Beppe Grillo ma anche di Silvio Berlusconi.

In particolare, M5S con il suo 21,1% raggiunto segna un vero e proprio tracollo rispetto alle elezioni politiche del febbraio 2013: ai 5 punti percentuali mancanti, deve aggiungersi per Grillo evidentemente anche una quota di coloro (pari a circa il 42%) che non si sono recati alle urne. La campagna elettorale dell’ex comico genovese è risultata deficitaria e non ha raccolto quelle istanze anti-europeiste che invece si sono significativamente affermate nel Vecchio Continente.

Dal canto suo, Silvio Berlusconi certo sconta la scissione con Ncd ma il 16,8% raggiunto da Forza Italia indica come l’immagine dell’ex Cavaliere non sia più sufficiente per quello che una volta era il suo elettorato di riferimento. Ma è il centrodestra che nel complesso non puo’ gridare vittoria.

Per una Lega Nord che oggettivamente esce soddisfatta dalle urne, raccogliendo il 6,2% dei voti, Ncd-Udc è di poco sopra al 4% (soglia minima per avere rappresentanze a Strasburgo), mentre FdI-An si ferma ben sotto il quorum.

Il successo elettorale del Pd rilancia la posizione del nostro Paese sul tavolo europeo proponendo l’Italia come il punto di riferimento di tutte quelle politiche riformiste necessarie all’Europa nel suo complesso per superare le attuali difficoltà. Una vittoria, quella del Pd, che segnerà evidentemente anche la politica del Pse.
Nella formazione socialista europea, infatti, il Pd sarà il partito di maggiore rappresentanza numerica e in grado quindi di condizionare e indirizzare le scelte politiche.
Un risultato, quello di ieri, che è figlio ovviamente non solo della politica di Renzi e anche senza dubbio dell’idea europeista di Letta, di Monti e, su tutti, del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Analogo rilievo ha il successo del Pd sul piano interno. L’oltre 40% dei consensi è stato raggiunto, nella storia politica italiana, solo dalla Dc di Alcide De Gasperi.
A questo punto, il referendum sulla bontà dell’operato (e di quello che in futuro verra’ fatto) del governo Renzi ha dato un risultato netto. Gli italiani si fidano del governo dell’ex sindaco fiorentino e lo invitano, lo sollecitano a continuare sull’avviata strada delle riforme e del risanamento economico del Paese.

Di fronte al risultato della corazzata Pd, da segnalare il ritorno sulla scena politica di un partito di sinistra. La Lista Tsipras supera infatti il quorum del 4% e si propone come interprete – non demagogico e senza pulsioni populiste – di quelle istanze che arrivano dalle fasce piu’ deboli della societa’. Un’elezione che ancora una volta ha indicato come gli italiani ormai siano sempre piu’ orientati a votare per blocchi. Significative infatti sono le dificolta’ registrate da Ncd-Udc e da FdI-An e il deserto totale che si trova dopo di loro: Scelta Civica, IdV, i Verdi hanno raccolto non piu’ che qualche testimonianza.

(Fonte: Asca)


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