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Riforma della p.a.: oggi in Consiglio dei Ministri
Ieri l'incontro del Ministro Madia con Cgil, Cisl e Uil, già sul piede di guerra. Smentita la mobilità obbligatoria entro i 100 Km, confermato il taglio dei distacchi sindacali, verso una riduzione delle spese di almeno l'1% per 5 anni

La riforma della p.a. rappresenta ”un progetto organico e chiaro. Mi aspetto un impegno attivo del sindacato, contro le resistenze di cambiamento”. Così il Ministro della p.a., Marianna Madia durante il confronto con i sindacati sulla riforma, secondo quanto riferito da fonti presenti all’incontro avvenuto ieri a Palazzo Vidoni.

I punti cardine – ha detto il ministro in apertura del vertice – sono tre: organizzazione, innovazione e persone. Parole a cui aggiunge un attacco alla stampa: “Leggo tante cose sui giornali – ha detto – voglio dirvi qui che non sono i provvedimenti del Consiglio dei Ministri di domani”.

È in particolare sulla questione della mobilità obbligatoria, per la quale era emersa l’indicazione di un centinaio di chilometri come raggio massimo, che la Madia cerca di calmare gli animi: “non abbiamo mai immaginato una mobilità nei 100 chilometri, non l’abbiamo mai presa in considerazione, non immaginiamo di stravolgere la vita delle famiglie. Vogliamo una mobilità che funzioni per evitare esuberi e rispettare i lavoratori”.

Cosa hanno detto i sindacati
Ancora prima dell’incontro i sindacati erano già sul piede di guerra. Secondo Cgil, Cisl e Uil la mossa del governo è un atto dovuto, “l’ennesimo spot – tuona Rossana Dettori, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil – dal momento che il decreto è già pronto e verrà approvato domani in Consiglio dei Ministri”. Peggio: secondo i sindacati il testo non contiene nessuna riforma e non porterà a raggiungere gli obiettivi di trasparenza e semplificazione legislativa e burocratica di cui si parla da anni: “Avremo un decreto legge che parla solo di dirigenti, di riduzione dei dirigenti, di licenziamenti dei dirigenti e di tagli dei permessi sindacali”. E la Dettori annuncia “forme di mobilitazione anche importanti”.

La giornata del confronto già era iniziata con un blitz di 50 lavoratori dell’Unione Sindacale di Base: hanno tentato di fare irruzione nella sede del ministero. Minuti di tensione poco prima del vertice, subito normalizzati dalle forze dell’ordine.

Dopo il confronto, le impressioni non sono state particolarmente positive: “Una riunione vuota”, ha definito l’incontro Michele Gentile della Cgil. “Nessuno si aspettava oggi di sapere tutto, ma qualcosa in più sì”. Sull’eventualesciopero, a questo punto, si attende il C.d.M. di oggi 
Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal, ha valutato la proposta governativa disorganica, incoerente e penalizzante per i lavoratori pubblici.

I contenuti della bozza
Tra le novità contenute nella bozza di riforma, la “riduzione delle spese complessive di ciascuna amministrazione, per i primi cinque anni” per un importo “non inferiore all’un per cento della spesa sostenuta nell’anno 2013”.

Nella bozza si prevede anche un tetto massimo per i bonus dei dirigenti pubblici, fissato al 15% dello stipendio. È previsto che “la retribuzione di risultato” sia collegata a obiettivi fissati per l’intera amministrazione sia al singolo dirigente, oltre che all’andamento del Pil.

I sindacati hanno detto che la Madia ha assicurato che si procederà con una staffetta generazionale e con eccedenze che saranno ricollocate nell’ambito della stessa pa. Confermato invece il taglio del 50% sui distacchi sindacali, mentre sul rinnovo del contratto ha rinviato alla prossima legge di stabilità.

In arrivo anche il telelavoro e sperimentazione di forme di co-working (condivisione uffici) e smart-working (orari elastici e tecnologie digitali). Ma anche voucher per baby-sitter, puericultrici, badanti specializzate e convenzioni con asili nido. Sono le linee guida contenute nella bozza del d.d.l. di riforma p.a. per maggiore conciliazione di vita e lavoro, che sarà presentata ufficialmente oggi in Consiglio dei Ministri (e a cui dovrebbe seguire, entro 6 mesi, un decreto legislativo per il riordino degli uffici dei ministeri).

Ma vediamo le novità nel dettaglio:


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