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Caso Pompei, Franceschini: musei e siti archeologici come servizi pubblici essenziali

Plauso a Franceschini: dopo la rivoluzione di orari e tariffe di musei e monumenti italiani che dovrebbe partire dal 1° luglio, ora musei e siti archeologici potrebbero diventare servizi pubblici essenziali. Lo ha dichiarato il Ministro della cultura intervenendo su Pompei e sull’ultimo delirante fatto di cronaca che l’ha colpita: domenica mattina centinaia di turisti da tutto il mondo hanno trovato l’area archeologica “chiusa per assemblea sindacale”.
Da qui l’annuncio di una modifica normativa che aggiunga i siti di interesse culturale alla lista dei servizi pubblici essenziali con la possibilità “in casi eccezionali” di precettare il personale per “scongiurare le chiusure”.

Un sabotaggio, quello di domenica ad opera delle organizzazioni sindacali, su cui alla fine sono scese a più miti consigli, comunicando che avrebbero sospeso l’assemblea “per evitare che le responsabilità dell’amministrazione ricadessero sull’utenza che va rispettata”.

“È sicuramente positivo che le assemblee dei prossimi giorni siano state sospese in attesa dell’incontro di venerdì con la soprintendenza, ma anche questa mattina il sito archeologico di Pompei è stato chiuso per più di un’ora”, ha sottolineato il Ministro rispondendo ai cronisti che lo interpellavano sulla sospensione annunciata dai sindacati. “Un ulteriore danno in termini di immagine che rischia di vanificare il difficile lavoro che tutti i livelli istituzionali dall’Europa, al governo, al ministero, agli Enti locali, fino ai lavoratori stanno facendo per Pompei”.

Pompei questione nazionale

“Quella di Pompei non è una partita da lasciare giocare solo al comune. Occorre una testa nazionale”. Così ieri il presidente della Campania Stefano Caldoro nel corso della conferenza stampa in occasione della riapertura del Teatro Grande. Il governatore ha ribadito che “servono interventi per rendere più attrattiva l’intera area archeologica” e ammonisce: “finora abbiamo  svolto un ruolo di supplenza, ora bisogna fare di più. C’è bisogno di una regia a livello di governo per vincere questa grande sfida”. “Grazie all’intervento della regione – sottolinea – sono stati stanziati finora per Pompei 300 milioni di euro”.

E sulla regione conta molto anche il nuovo sindaco di Pompei, Nando Uliano, che a Caldoro ha chiesto “l’appoggio di questo governo regionale affinché Pompei diventi sempre più una questione nazionale”. Infine ha aggiunto: “la nuova giunta sta lavorando alla stesura della legge speciale per Pompei così come è stato fatto per le grandi città come Roma e Firenze e come è stato fatto per piccoli centri come Pietrelcina”.

(Fonte: Comuni.it)


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