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Debiti p.a.: giĆ  pagati 31,3 mld, erogati 38,4 mld
Lo annuncia il Mef che ha aggiornato lo stato di avanzamento del pagamento

I debiti della p.a. pagati ai creditori ad oggi ammontano a 31,3 miliardi mentre le risorse rese disponibili agli enti debitori sono in totale 38,4 miliardi, il 68% dello stanziamento del 2013. È quanto si legge sul sito del Mef che ha aggiornato lo stato di avanzamento del pagamento dei debiti della p.a.
“Sulla base delle richieste degli enti debitori e delle indicazioni che provengono da altre fonti, tra le quali le richieste di certificazione del credito da parte dei fornitori, le risorse fin qui stanziate sembrano essere più che sufficienti a smaltire il debito ‘patologico’, in linea con le stime della Banca d’Italia”.
“Tra settembre e novembre – annuncia il Mef – dovrebbero essere richiesti da Regioni e Comuni e quindi erogati dal Tesoro circa 9 miliardi, che si aggiungono ai 38 già erogati”. “Le amministrazioni centrali sono responsabili di una quota del debito patologico stimata nel 5-10%; gran parte è responsabilità di Regioni, Province, Comuni, enti sanitari nonché consorzi e società partecipate locali”. Lo spiega il Mef aggiungendo che “negli ultimi mesi le somme messe a disposizione degli enti vengono richieste e assorbite più lentamente, presumibilmente perché la quota maggiore di debito patologico è stata rimossa”. Ed è “poco plausibile che vengano richieste interamente le ulteriori risorse stanziate”.

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38 MILIARDI EROGATI ALLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE PER I DEBITI ARRETRATI,
AI CREDITORI PAGATI 31 MILIARDI

Il piano nato nel 2013 per smaltire il debito commerciale accumulato fino a tutto il 2012, e poi esteso quest’anno al debito in essere a fine 2013, registra progressi tanto nelle cifre messe a disposizione dal Governo agli enti debitori quanto nelle somme che risultano pagate dagli enti debitori ai creditori. Rispetto alla precedente rilevazione del 21 luglio, il monitoraggio al 23 settembre mostra erogazioni agli enti debitori per 38,4 miliardi (+8,3 miliardi ovvero +27%) di cui 31,3 miliardi (+5,2 miliardi ovvero +20%) risultano già utilizzati per i pagamenti ai soggetti creditori.

A quanto ammonta veramente il debito commerciale delle pubbliche amministrazioni?
Il debito commerciale delle pubbliche amministrazione è una grandezza in evoluzione costante: ogni mese viene estinta una parte del debito attraverso il pagamento di fatture scadute e al tempo stesso nuove fatture arrivano a scadenza integrando il valore del debito scaduto. Poiché non è ancora disponibile un sistema di gestione che coinvolga tutte le amministrazioni, capace di monitorare la maturazione di nuovo debito e l’estinzione di quello pre-esistente, il fenomeno viene valutato attraverso le stime della Banca d’Italia, formulate attraverso sondaggi sul lato dei creditori, e censimenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze realizzati sul lato dei debitori.

Le stime del debito commerciale che la Banca d’Italia rende note in occasione della Relazione annuale vengono erroneamente utilizzate nel dibattito pubblico per indicare il debito scaduto e non oggetto di contenzioso. La stessa Banca d’Italia ha chiarito, nel Bollettino Economico di aprile 2014, che il debito certo, scaduto ed esigibile delle Amministrazioni pubbliche rappresenta considerato “poco più della metà” delle stime del debito complessivo: quindi poco più della metà di 91 miliardi a fine 2012 e poco più della metà di 75 miliardi a fine 2013.

Secondo le stime della Banca d’Italia, il debito commerciale onnicomprensivo stimato alla fine di ciascun anno ha registrato un forte aumento nel triennio 2009-2011 per raggiungere una stabilizzazione nel 2012, segnalando una crescente difficoltà dello Stato a far fronte ai propri impegni commerciali. A fine 2013 si è registrata finalmente una significativa inversione di tendenza (una diminuzione di circa il 18%) grazie ai provvedimenti presi. 
La diminuzione del debito complessivo segnala lo smaltimento di componenti del debito “patologico” e quindi la riduzione dei tempi di pagamento medi delle fatture. Con diversi provvedimenti in successione, principalmente i decreti legge 35/2013, 102/2013, 66/2014, il Governo italiano ha provveduto a mettere a disposizione degli enti debitori circa 57 miliardi per smaltire il debito “patologico”, ovvero quella parte di debito commerciale restato insoluto ben oltre i termini di scadenza, con gravi conseguenze per le imprese creditrici e per il buon funzionamento dell’economia italiana nel suo insieme.
Sulla base delle richieste degli enti debitori e delle indicazioni che provengono da altre fonti, tra le quali le richieste di certificazione del credito da parte dei fornitori, le risorse fin qui stanziate sembrano essere più che sufficienti a smaltire il debito “patologico”, in linea con le stime della Banca d’Italia così come specificate nel Bollettino economico di aprile.

Perché non è stato già pagato l’intero importo stanziato?
Le amministrazioni centrali dello Stato sono responsabili di una quota del debito patologico stimata nel 5-10%; la gran parte di tale debito è responsabilità di Regioni, Province, Comuni, enti sanitari nonché consorzi e società partecipate delle autonomie locali. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze fornisce risorse finanziarie a questi enti accertandosi che li utilizzino correttamente e che si impegnino a restituire all’Erario i finanziamenti ricevuti dallo Stato. Ciò è essenziale per non favorire indebitamente gli enti che si sono fortemente indebitati con i loro fornitori rispetto agli enti che hanno pagato in tempi più brevi.
Negli ultimi mesi le somme messe a disposizione degli enti vengono da questi richieste e assorbite più lentamente, presumibilmente perché la quota maggiore di debito patologico è stata rimossa grazie ai primi finanziamenti. Per esempio, la terza tranche di finanziamento ai comuni è stata da questi assorbita solo parzialmente (1,3 su 1,8 miliardi disponibili). Le Regioni rallentano l’assorbimento di risorse in alcuni casi perché hanno raggiunto le soglie previste dal patto di stabilità interno, oppure per problemi di contabilizzazione dei finanziamenti nei bilanci e in alcuni casi perché non riescono a predisporre piani di pagamento dettagliati.
Tra settembre e novembre dovrebbero essere richiesti da Regioni e Comuni e quindi erogati dal Tesoro circa 9 miliardi, che si aggiungono ai 38 già erogati. Ad oggi sembra poco plausibile che vengano richieste interamente le ulteriori risorse stanziate.

L’impegno del Governo passo dopo passo: 1. eliminare il debito patologico
Il Governo ha stanziato risorse finanziarie in eccesso per lo smaltimento del debito patologico, ha sollecitato gli enti debitori ad acquisire le risorse messe a disposizione, valuta il corretto impiego di queste risorse da parte degli enti che le hanno richieste. 
Inoltre, il Governo ha messo a disposizione delle imprese che non intendono aspettare ulteriormente le procedure degli enti debitori la possibilità di cedere il proprio credito a intermediari finanziari a condizioni vantaggiose, grazie all’assistenza di una garanzia dello Stato. Le imprese possono chiedere la certificazione del proprio credito attraverso il sito certificazionecrediti.mef.gov.it  e – una volta ottenuta la certificazione da parte dell’ente debitore – recarsi in banca o presso l’intermediario di fiducia per ottenere la liquidità. 
Il problema del debito patologico è così affrontato in modo compiuto sia sul lato del finanziamento ai debitori sia sul fronte dell’accesso alla liquidità da parte dei creditori.
Questi ultimi possono chiedere l’assistenza della garanzia dello Stato fino al 31/10/2014: quanto prima presenteranno la domanda, tanto prima potranno scontare le proprie fatture.

L’impegno del Governo passo dopo passo: 2. fare pagare in 30 giorni
L’erogazione di 38 miliardi e il pagamento di 31 miliardi hanno già consentito di migliorare il funzionamento ordinario degli enti e ridurre considerevolmente i tempi medi di pagamento, come mostrano in modo convergente numerose indicazioni provenienti dalle associazioni industriali. La vera sfida del Governo è la riduzione generalizzata dei tempi medi di pagamento a 30 giorni, conducendo i casi patologici a una dimensione marginale da risolvere caso per caso.
Per conseguire questo obiettivo sono stati messi in campo diversi strumenti. Tra questi i due più importanti sono:

IL MONITORAGGIO
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha attivato un monitoraggio regolare dell’avanzamento dell’intera procedura che coinvolge in particolare il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, al fine di garantire tanto una corretta allocazione delle risorse finanziarie quanto il rispetto degli impegni degli enti debitori a impiegare queste risorse per saldare rapidamente i debiti scaduti.

LA PUBBLICAZIONE SU SITO MEF
La tempestiva informazione al pubblico sull’attuazione è garantita dalla pubblicazione con frequenza mensile degli stati di aggiornamento sul sito debitipa.mef.gov.it, dal quale è possibile visualizzare tabelle di sintesi e scaricare file con dettagli sui pagamenti degli enti locali.
I dati riferiti in questo comunicato verranno pubblicati sul sito mercoledì 24 settembre.

TABELLA DI SINTESI (dati in milioni di euro)

Pagamento debiti delle Pubbliche Amministrazioni maturati entro il 31/12/2013

Enti debitori

Risorse stanziate

Risorse erogate agli enti debitori

Pagamenti effettuati ai creditori

Stato

7.550

7.285

5.728

Regioni e Province autonome

33.189

21.099

17.877

Province e Comuni

16.100

10.000

7.697

Importi totali (valori assoluti)

56.839

38.384

31.302

Importi totali (in percentuale delle risorse stanziate)

 

68%

55%

Altri dati vengono forniti in allegato, in aggiunta a quelli scaricabili dal sito debitipa.mef.gov.it


www.lagazzettadeglientilocali.it