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Consigliere sposa vicesindaco e si dimette per incompatibilità
È accaduto a Solarino, in Sicilia: dimissioni obbligate. A Roma, invece…

E poi chiamatele larghe intese. Non solo ci si può accordare tra avversari politici, su specifici temi o sul sostegno in generale. No, adesso ci si arriva anche a sposare e, per ragioni di legge, pur essendo obbligati a lasciare la carica elettiva per sopraggiunta incompatibilità.

È quanto avvenuto in un Comune siciliano,Solarino, dove il vicesindaco Mariaelisa Mancarella è convolato a nozze con il consigliere comunale Giuseppe Germano, il quale si è trovato costretto ad abbandonare l’incarico in assemblea per una legge regionale che vieta espressamente le nozze tra eletti.

L’amore, insomma, trionfa anche sui doveri civici, dal momento che, in ragione della scelta sentimentale di legarsi all’avversaria politica, il buon Germano non ha avuto altra scelta che cedere il posto a un altro compagno di lista.

In orbita Centro democratico, l’esponente dell’opposizione si era ritagliato un ruolo di prim’ordine nella politica locale, arrivando a imporsi come uno degli elementi più rappresentativi della minoranza. Poi, però, le ragioni del cuore hanno prevalso sugli ideali, a dispetto dell’impossibilità di svolgere attivamente l’incarico assegnato dagli elettori.

È una apposita legge regionale a vietare espressamente a due coniugi di operare, anche se su fronti opposti, in consiglio comunale. Tutt’altra musica rispetto al Parlamento, dove marito e moglie come Francesco Boccia e Nunzia De Girolamo hanno potuto collaborare e continuano a farlo, prima con il governo Letta e, ora, con quello di Matteo Renzi.

Per il povero Germano, invece, una via obbligata, quella delle dimissioni: “Siamo diventati incompatibili – ha riconosciuto lo sposo – almeno, si presume, in riferimento alle nostre cariche politiche. O io o lei – ha sospirato –siamo obbligati a lasciare il ruolo al quale i cittadini ci hanno delegati”.

E vista la responsabilità di maggior peso per la moglie fresca di anello al dito, è toccato all’esponente di opposizione cedere il posto in nome della scelta di vita. Con la speranza che, almeno, in casa le decisioni non vengano prese per alzata di mano.

(Fonte: LeggiOggi)


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