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Commercio, cosa prevede la proposta di legge sugli orari dei negozi approvata alla Camera
Obbligo di chiusura dei negozi per almeno sei giorni fissi l'anno, multe (salate) per chi non rispetta l'obbligo, possibilità per i sindaci di limitare l'apertura dei locali nei luoghi della movida... TUTTE LE NOVITÀ

Obbligo di chiusura dei negozi per almeno sei giorni fissi l’anno, multe (salate) per chi non rispetta l’obbligo, possibilità per i sindaci di limitare l’apertura dei locali nei luoghi della movida, ma con ordinanze che hanno valenza di tre mesi. 

E ancora: possibilità per le Regioni di istituire un osservatorio sull’orario dei negozi e istituzione di un Fondo di 90 milioni di euro dal 2015 al 2020 per aiutare le microimprese, anche per le spese legate all’obbligo di dotarsi del Pos per il pagamento con la moneta elettronica. Queste le principali misure previste dalla proposta di legge sugli orari di apertura degli esercizi commerciali, approvata alla Camera e che passa al Senato

Il testo della proposta di legge riassume le analoghe proposte presentate da M5s, Pd, LegaFI e Ncd. L’esame in Commissione Attività produttive alla Camera era iniziato il 20 giugno ma il testo era stato a lungo bloccato principalmente su due nodi: le risorse del Fondo, originariamente previsto per le micro, piccole e medie imprese; e il numero di giorni obbligatori di chiusura (inizialmente 12). 

I due nodi sono stati sciolti in questi ultimi giorni. Per quanto riguarda l’ultimo punto, un emendamento del relatore Angelo Senaldi (Pd) ha previsto la possibilità dei negozi di derogare all’obbligo di chiusura nei dodici giorni fissi, scegliendone sei. Per quanto riguarda il Fondo per le Pmi, sempre un emendamento del relatore vi ha destinato 18 milioni di euro totali da fondi del Mef e del Lavoro. 

Per negozi che aprono, multe fino a 12mila euro
Gli esercizi commerciali che non rispettano l’obbligo di chiusura saranno puniti con una multa da 2mila a 12mila euro e, in caso di particolare gravità e recidiva (cioè la violazione per due volte in un anno), con la sanzione accessoria della chiusura dell’esercizio da uno a dieci giorni. 

In luoghi movida restrizione orari locali ogni 3 mesi
Il sindaco di un Comune, “sentito il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica”, può decidere ma solo “per un periodo non superiore a tre mesi” e nelle zone “interessate da fenomeni di aggregazione notturna”, ovvero zone della movida, gli orari di apertura e chiusura di esercizi e attività commerciali “qualora esigenze di sostenibilità ambientale o sociale rendano necessario limitare l’afflusso di pubblico in tali zone e orari”. 

Fondo per microimprese: 90 milioni dal 2015 al 2020
Viene istituito un Fondo per le microimprese in cui confluiscono 18 milioni di euro complessivi l’anno, di cui 15 milioni di euro dal 2015 al 2020 per i contributi per le spese sostenute per l’ampliamento dell’attività e per la dotazione di strumentazioni e 3 milioni dal 2015 per i contributi integrativi per il pagamento dei canoni di locazione dovuti ai proprietari degli immobili, di proprietà sia pubblica sia privata e di contributi per l’acquisizione di servizi. 

Le risorse vengono reperite “quanto a 3 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2015, mediante corrispondente riduzione delle proiezioni, per gli anni 2015 e 2016, dello stanziamento del fondo speciale del Mef per l’anno 2014” e quanto ai “15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2020, mediante corrispondente riduzione delle proiezioni, per gli anni 2015 e 2016, dello stanziamento del fondo speciale, ai fini del bilancio triennale 2014-2016, del ministero dell’Economia per l’anno 2014” e in parte “del Ministero del lavoro”. 

Fondo microimprese anche per spese pos
Dal Fondo per le microimprese la dotazione di 15 milioni di euro l’anno verrà utilizzata anche per “tutte le spese imposte dagli istituti bancari, sia fisse che variabili, compresa la strumentazione necessaria per il pagamento con moneta elettronica”, ovvero il Pos. 

Osservatorio facoltativo regioni su orari negozi
Il testo dispone che “ciascun comune, anche in coordinamento con altri comuni contigui, in particolare nelle aree metropolitane, può predisporre accordi territoriali non vincolanti per la definizione degli orari e delle chiusure degli esercizi commerciali”. Si dispone anche che le Regioni possono istituire un osservatorio sugli orari e le chiusure degli esercizi commerciali.

(Fonte: Public Policy)


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