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Rinnovo Rsu: si vota il 3, 4 e 5 marzo 2015
Protocollo sottoscritto il 28 ottobre tra lÂ’Aran e le Confederazioni sindacali

L’Aran e le Confederazioni sindacali hanno sottoscritto ieri il Protocollo per la definizione del calendario delle votazioni per il rinnovo delle RSU del personale dei comparti. dove sono previsti le tempistiche relative a tutti gli adempimenti necessari per il rinnovo delle RSU in scadenza nel prossimo anno. Le elezioni si terranno nei giorni 3, 4 e 5 marzo 2015 in circa 20.000 posti di lavoro e interesseranno tutto il personale non dirigenziale delle pubbliche amministrazioni. I nuovi organismi di rappresentanza del personale, una volta eletti, resteranno in carica per un triennio.

La tempistica delle procedure elettorali prevede in particolare:

In una nota congiunta Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili – segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa – annunciano l’avvenuta firma dell’accordo sull’indizione delle elezioni Rsu del 2015 per tutto il pubblico impiego contrattualizzato.

La vera sfida per il sindacato è misurarsi con il consenso e con la rappresentatività sui luoghi di lavoro, non con i pregiudizi della politica. Una sfida – aggiungono Dettori, Faverin, Torluccio e Attili – che nel lavoro pubblico abbiamo accettato nel 1997, non oggi. Il Presidente del Consiglio Renzi sbaglia, e in questo la Ministra Madia dovrebbe ricondurlo alla ragione, quando dice che il Governo non tratta con i sindacati. É un pregiudizio che non tiene conto, tra gli altri elementi, di un fatto: lo Stato è un datore di lavoro, il primo del Paese, e fornisce servizi strategici per la tenuta sociale e per lo sviluppo. Gli interlocutori non li decide lui: li eleggono i lavoratori”.

L’8 novembre scenderemo in piazza contro una politica di illusioni e tagli – affermano i quattro sindacalisti – per chiedere una vera riorganizzazione dei servizi pubblici e il rilancio della contrattazione. E correggere una riforma della Pa sbagliata che scaricherà i costi della crisi sulle fasce più deboli senza alcuna vera idea di innovazione“.

Vogliamo sperare che, invece di giocare ai duelli rusticani, un Presidente del Consiglio non eletto dagli italiani ascolti chi dai lavoratori pubblici è stato scelto per dare voce e sostanza al cambiamento. Per lui la rappresentanza – concludono i sindacalisti – potrà essere un pezzo di novecento: per noi è democrazia”.

(Fonte: Comuni.it)


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