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Legge di stabilità, scure su 1600 emendamenti
Bruxelles all'Italia: incerti risultati su riforme e spending, si valuteranno progressi nei prossimi mesi

Stop, per mancanza di copertura o estraneità di materia, a circa 1600 emendamenti alla legge di stabilità. Sul tavolo della Commissione Bilancio della Camera ne restano dunque 2.100.

Sono inammissibili – tra l’altro – gli emendamenti di Maino Marchi e Marco Causi (Pd) per riportare l’anticipo del Tfr in busta paga ad un sistema di tassazione separata, ovvero non cumulabile con il resto dell’imponibile. Le proposte di modifica sono infatti prive della necessaria copertura.

È stata giudicata inammissibile, sempre per mancanza di copertura, anche la proposta di modifica avanzata da Stefano Fassina per destinare anche agli statali il Tfr in busta paga e per farlo pagare direttamente dai datori di lavoro nelle imprese sotto i 50 dipendenti.

Nella relazione tecnica all’emendamento del governo si spiega, poi, che il recupero di 728 milioni dalla reverse charge estesa alla grande distribuzione “è subordinato” al rilascio di una apposita deroga da parte dell’Ue, senza la quale è prevista una nuova clausola di salvaguardia su accise di benzina e diesel. 

Intanto in una lettera sottoscritta da quasi 200 parlamentari del Pd si chiede di evitare il giro di vite sui patronati. “Bisogna ripristinare l’ammontare del fondo previsto per i patronati nel bilancio 2014  – si legge nella missiva a Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan sottoscritta da una trentina di senatori e quasi 150 deputati del Pd – ed evitare così il ridimensionamento dei servizi che sono particolarmente utili per i cittadini, costretti altrimenti a ricorrere a più costose alternative”.

Fassino: “Clima positivo e costruttivo, continua confronto su local tax”
“Il governo ci ha confermato la possibilità di utilizzare nel 2015 gli oneri di urbanizzazione, la facoltà di rinegoziare i mutui contratti con Cassa depositi e prestiti, l’innalzamento della stima del fondo per i crediti di difficile esigibilità e la discrezionalità su come mettere in atto la spending review. Restano invece sul campo il come gestire e modulare nel tempo il Fondo sui crediti di difficile esigibilità e la local tax su cui abbiamo avviato un primo confronto”. Lo ha detto il presidente dell’Anci, Piero Fassino, al termine dell’incontro di ieri con il governo sulla legge di stabilità, convocato questa sera a Palazzo Chigi. ‎
‎”C’è un clima molto positivo e costruttivo – ha riferito il presidente Anci – ‎e stiamo lavorando affinché si arrivi ad una legge di stabilità e ad una local tax condivise”.‎ In particolare, sulla local tax, Fassino ha sottolineato come ci si sia fermati ad “una discussione di carattere generale. Contiamo – ha aggiunto -, per l’inizio della prossima settimana, di arrivare ad una conclusione”. Intanto toccherà ai tecnici di Anci e governo “approfondire in sede tecnica i dettagli” del nuovo tributo locale.

Bruxelles all’Italia: incerti risultati su riforme e spending, si valuteranno progressi nei prossimi mesi
“I progressi dei prossimi mesi nelle riforme sono cruciali” alla Ue per valutare se l’Italia sta facendo il suo dovere per affrontare gli squilibri, ma Bruxelles mette in guardia da “colli di bottiglia istituzionali e barriere nell’attuazione” che rimanderebbero i benefici. Così la Commissione Ue nel rapporto sugli squilibri macroeconomici italiani.
Sulle riforme “lo slancio è aumentato ma i progressi sono disomogenei”, molte “ancora aspettano la piena approvazione o i decreti attuativi e quindi i risultati restano incerti”, e “incertezza significativa” pesa anche sulla spending review.
“Il piano di privatizzazioni italiano sta subendo ritardi nell’attuazione, oltre all’annuncio del piano di 0,7% del pil all’anno nel 2014-17, confermato dall’aggiornamento del Def, limitate informazioni concrete sono disponibili su quantità di quote, su quali compagnie e secondo quale calendario”.
“Il debito molto elevato è un peso grande per l’economia italiana, fonte di vulnerabilità nel contesto attuale di inflazione e crescita basse, e tiene a freno la crescita a causa dell’elevata tassazione necessaria per servirlo”: si legge nel rapporto Ue.


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