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Riforma del catasto, il decreto commissioni censuarie in G.U.
Il decreto sulle commissioni censuarie si riferisce alle competenze e al funzionamento delle commissioni provinciali e centrale, modificandone la composizione

Il valore delle case triplicherà e, in teoria si dovrà pagare molta più Imu e molta più Tasi, con aumenti intorno al 220%. Questo però non è ancora sicuro, visto che la legge di riferimento, ossia la Riforma del Catasto, ha stabilito che il carico fiscale consequenziale al tutto non dovrà aumentare.

Staremo a vedere, visto che gli effetti li avremo tra 4 anni. Nel frattempo la riforma del catasto è partita ufficialmente ieri con la pubblicazione, in Gazzetta Ufficiale, del decreto legislativo che definisce compiti e composizione delle commissioni censuarie, gli organi indispensabili per far la riforma del catasto.

Commissioni censuarie. Cosa sono e cosa cambia

Il decreto sulle commissioni censuarie si riferisce alle competenze e al funzionamento delle commissioni provinciali e centrale, modificandone la composizione. In particolare, tra i sei membri ci saranno due rappresentanti delle Entrate, uno degli enti locali, tre di professionisti, tecnici, docenti qualificati ed esperti di statistica e di econometria, indicati da Ordini e associazioni di categoria.

Le commissioni censuarie avevano funzioni importanti anche prima della riforma ma a causa del blocco delle nomine che avevano interessato la commissione censuaria centrale, e molte provinciali, da alcuni anni, avevano perso ormai di significato. Ora, invece, le commissioni censuarie torneranno nel loro pieno funzionamento

Quel che è interessante sottolineare è che d’ora in poi la commissione censuaria verrà subordinata a un decreto d’insediamento formato dal direttore dell’agenzia delle Entrate entro un anno dall’entrata in vigore del decreto, e permetterà, da una parte, di riprendere le attività di gestione delle revisioni dei quadri tariffari estimali (dalle tariffe, che saranno a metro quadrato, dipenderanno le rendite e i valori su cui calcolare le tasse) e, dall’altra, di validre degli algoritmi che definiranno questi valori e rendite unità per unità.

Importante quindi il collegamento tra questo decreto e quello riferito alle funzioni statistiche, ossia l’algoritmo da applicare alle unità immobiliari, partendo da valori medi che saranno determinati con un’approssimazione territoriale molto ampia. Saranno proprio le commissioni censuarie a validare queste funzioni.

Valore delle case triplicato: ecco cosa succederà

In primis ricordiamo che la riforma del catasto scatterà solamente nel 2018/19: tra le maggiori nei criteri di valutazione c’è il passaggio dal numero dei vani ai metri quadrati. Saranno coinvolti 61 milioni di immobili.

Vediamo cosa è successo nelle due principali città italiane, Roma e Milano, dove è già stata fatta una revisione del catasto. L’aumento del valore di mercato degli immobili è stato del 35% con conseguente aumento di Imu e Tasi del 120%.

Secondo le stime di Nomisma, la città, tra quelle esaminate, più penalizzata, sarebbe Messina, che subirebbe un aumento del 221% per quanto riguarda Imu e Tasi, e del 367% per l’imposta di registro da versare in caso di compravendita. La città meno colpita dal cambiamento sarebbe invece Torino, con un aumento dell’Imu e Tasi del 16%. Questo allo stato attuale dei fatti.

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