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Riforme: Chiamparino e Caldoro, non perdere questo treno ad alta velocità
Legge di stabilità: chiesto un confronto con il Presidente del Consiglio

“Si sta cambiando il Titolo V della Costituzione e superando il bicameralismo: crediamo sia importante non perdere questo treno ad alta velocità. È il momento di affrontare il tema del ruolo delle Regioni anche mettendo in campo strumenti, che già esistono come l’art. 132, di autoriforma. Noi vogliamo prendere il treno ad alta velocità sulle riforme, vogliamo partecipare.  Come Regioni vogliamo sapere quale sarà il nostro ruolo nel nuovo assetto costituzionale” è questa la convinzione  del Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Sergio Chiamparino, espressa nel corso di una conferenza stampa al termine della seduta straordinaria del 15 gennaio scorso, augurandosi che, sul tema, che ci sia presto un incontro con il premier Renzi e con il Governo. L’idea di fondo, ha spiegato Chiamparino, è di ragionare su una proposta di riordino dell’assetto delle Regioni: “dopo 44 anni, una revisione si impone. Io sono favorevole ad avviare un processo di aggregazione, in modo non illuministico, su compiti e materie che possano essere messe in comune”.

L’incontro con l’esecutivo dovrà aver però un tema di partenza:  gli effetti della legge di stabilità. Argomento che le Regioni non considerano separato  dal ragionamento più generale su possibili percorsi riformatori. 
Rispetto alla gestione e alle conseguenze della manovra, ha spiegato Chiamparino, “chiediamo un incontro con il governo perché senza un chiarimento non possiamo fare delle proposte”, e le proposte potrebbero essere più di una, “per arrivare ad un’intesa”.

“Abbiamo  affrontato il tema dei tagli di 4 miliardi, che in realtà sono di 5 miliardi e 670 milioni, se consideriamo anche le misure che venivano dalle precedenti leggi di stabilità. Abbiamo discusso  di alcune ipotesi, con l’obiettivo di arrivare ad un’intesa tra le regioni, che ritengo possibile”. Sono però necessari “ulteriori approfondimenti con il governo che abbiamo deciso di chiedere al premier”. E fra l’altro serve anche “una precisazione normativa sul cosiddetto patto verticale, che essendo del valore di 1 miliardo può essere fondamentale ai fini della ripartizione”.

Nel corso dell’incontro con i giornalisti una domanda d’obbligo anche sul futuro candidato al Quirinale. Il nuovo presidente della Repubblica deve “somigliare il più possibile a Napolitano”, ha detto Chiamparino, ricordando che l’ex capo dello Stato è stato “convinto sostenitore dell’Europa” ed ha svolto un ruolo di “stimolo del processo riformatore”.

Il Presidente della Regione Campania e Vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Caldoro, è apparso soddisfatto per il fatto che il tema dell’autoriforma delle Regioni sia stato affrontato anche dal presidente  Chiamparino: “c’è una chiara volontà delle Regioni di essere protagoniste del processo di riforma che le riguarda e che non può essere gestito dall’alto, come architetti”. “Credo sia un passo avanti parlare di autoriforma delle Regioni prevista anche dall’articolo 132 – ha aggiunto Caldoro – è un processo che va avviato dal basso, utilizzando quell’articolo che prevede appunto poteri sostituitivi. Noi siamo pronti”.

Quanto alle legge di stabilità, Caldoro ha detto di essere  “molto preoccupati per il Sud, quando si incide sul Fas e Fsc. Questa manovra inciderà  prevalentemente sul fondo di sviluppo e coesione. Considerato che ormai un tesoretto, un  unicum, che qualcuno ormai lo definisce una sorta di bancomat -ha  aggiunto Caldoro- Se si taglia, come si taglierà, si taglia l’80% al  Sud. E questo è un altro elemento di preoccupazione legato alle  politiche di un governo poco attento ai problemi del Sud e delle sue  difficoltà”.

Anche a Caldoro viene posta la domanda sul futuro inquilino del Colle: “come Regioni, non abbiamo alcuna  competenza per dire come dovrà essere il prossimo presidente della  Repubblica. Mi auguro, comunque, che su prossimo capo di Stato ci sia  la più larga intesa. Mi auguro che sia un voto ampio, amplissimo,  per avere in questo Paese un’ampia condivisione. È la cosa più  auspicabile nell’interesse, non solo dei cittadini, ma anche della  politica”.


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