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Le tasse locali aumentano ovunque. E c’è anche il mistero dei bollettini Tasi
Addizionali regionali e comunali in aumento a causa dei tagli della Legge di stabilità. E le Regioni? Autorizzate ad aumentare la pressione fiscale

Toh, le tasse locali continuano ad aumentare, ogni anno, senza soluzione di continuità. E mentre i cittadini, quasi senza accorgersene, pagano sempre di più c’è anche una mancata semplificazione del comparto: si parlava di bollettini precompilati Tasi, che però i Comuni dovrebbero inviare direttamente a casa. Si, ok, peccato che la maggior parte delle amministrazioni sembra non si sia ancora attrezzato per provvedere alle spedizioni…


Tasse locali: aumento costante
Le tasse locali sono cresciute in modo costante negli ultimi anni. L’indagine del Corriere della Sera non mente: le addizionali regionali hanno superato gli 11 miliardi, quelle comunali i 4 miliardi (+6.9%). E adesso a quanto pare le Regioni sono pronte ad aumentare ancora la pressione fiscale.
La legge di Stabilità infatti ha tagliato 3.5 miliardi e ha dato l’opportunità alle Regioni di aumentare l’aliquota fino al 3,33 per cento. Il Piemonte e il Lazio hanno già applicato le nuove norme della legge di Stabilità.
Regione per regione, le stangate sono ovunque: la Lombardia ha ritoccato dall’1.73 al 1.74% l’aliquota sui redditi superiori ai 75 mila euro. In 13 Regioni il livello delle aliquote per ora è rimasto invariato, ma questo non vuole dire che non accadrà in futuro.
Calabria e Molise, a differenza del 2014, non applicheranno la maggiorazione dello 0,3% prevista per legge per le Regioni che sono sottoposte ai piani di rientro a causa del deficit sanitario. Tutte le Regioni hanno tempo fino a luglio per ripensare le aliquote.

Il problema dei bollettini Tasi
Da giugno si inizierà a pagare la prima rata Tasi 2015. Bene: in teoria, per la legge di Stabilità Letta ci sarebbe l’obbligo di “invio dei modelli di pagamento preventivamente compilati dagli enti impositori“. Cioè dai comuni. A rinforzo del tutto c’è anche la legge 89/2014 che impone ai comuni “la massima semplificazione degli adempimenti dei contribuenti“, rendendo cioè “disponibili i modelli di pagamento preventivamente compilati su loro richiesta, ossia procedendo autonomamente all’invio degli stessi modelli“.Traducendo: se il contribuente non lo richiede, dunque, il Comune non è obbligato a spedire il bollettino a casa. Per questo motivo, probabilmente, la maggior parte dei comuni non si è ancora attrezzata.


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