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Centrali uniche committenza, Fassino: far coincidere obbligo con il nuovo codice appalti
È quanto chiede l’Anci in una lettera inviata al Ministro Boschi e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio De Vincenti

“Un intervento normativo urgente” che faccia coincidere l’obbligo per i comuni di rivolgersi a Centrali uniche di committenza, oggi fissato al 1° novembre, con l’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti. È quanto chiede l’Anci, tramite il presidente Piero Fassino, in una lettera inviata al Ministro per le riforme, Maria Elena Boschi e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti.

“L’Anci, pur condividendo gli obiettivi di razionalizzazione e di economicità sottesi alla norma – scrive Fassino – ha espresso immediatamente motivate e convincenti perplessità sui tempi di attuazione di un percorso di aggregazione che richiedeva formazione e, soprattutto, modelli organizzativi nuovi ed efficienti per tutti i comuni interessati. Per questo, l’Associazione ha formulato  proposte emendative che hanno trovato la condivisione del Governo e del Parlamento che ha rinviato – da ultimo con la legge 107/2015 – l’entrata in vigore della disposizione in questione al 1° novembre”.

L’Associazione ha anche evidenziato “più volte come il quadro ordinamentale della materia degli appalti pubblici, in costante evoluzione, imponesse uno slittamento del termine su richiamato e  ha  chiesto da  tempo, con specifica proposta emendativa, di posticiparlo alla data di entrata in vigore del nuovo codice degli appalti pubblici e dei contratti di concessione.  Ciò eviterebbe confusione e parrebbe coerente con il principio di non sovrapposizione delle disposizioni normative”.

Da qui la richiesta che eviterebbe  “un sostanziale blocco dell’attività gestionale relativa agli acquisti di lavori, beni e servizi dei comuni”, anche alla luce della legge di stabilità 2016 che “innova ulteriormente il quadro ordinamentale della materia, prevedendo all’articolo 28 un sistema nel quale Consip e gli altri soggetti aggregatori di livello regionale, metropolitano e provinciale, assumono un ruolo fondamentale nell’acquisizione di beni e servizi per importanti categorie merceologiche, senza chiarire, in tale nuovo contesto, che ruolo saranno chiamate a svolgere i modelli aggregativi su base locale la cui attivazione è prevista appunto per il 1° novembre”. 


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