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Scontro Governo-Regioni sulla legge di stabilità: stasera l'incontro
Renzi: sulla sanità è demagogico dire che mettiamo meno soldi, annunciando però un decreto per salvarne i conti

“Nessuna disfida di Barletta, ma i tagli ci sono”. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, non abbassa la guardia e i presidenti delle Regioni serrano le fila in attesa dell’incontro con il premier Matteo Renzi, che si terrà oggi a Palazzo Chigi, dove ribadiranno l’insostenibilità dei tagli che solo nella sanità, negli ultimi 5 anni, hanno eroso alle Regioni 14,7 miliardi.

“Il livello di finanziamento del Servizio sanitario nazionale per il 2016, previsto nel Patto per la salute, era pari a 115,4 miliardi, ora è di 111”, scrivono nero su bianco nel documento presentato alle Commissioni Bilancio congiunte Senato e Camera. “I tagli dal 2017 al 2019 mettono a rischio la sopravvivenza del sistema Regioni”, ribadisce Chiamparino, parlando in Consiglio regionale, dove conferma il proposito di dimettersi da presidente della Conferenza delle Regioni.

E rispondendo al premier Renzi – che dopo le critiche delle Regioni sulla legge di stabilità aveva detto “adesso ci divertiamo” – risponde: “non vado all’incontro col Governo con spirito di divertimento ma di lavoro. Lo considero un appuntamento impegnativo”.

 “È normale che le Regioni vogliano di più ma abbiamo messo a bilancio un miliardo in più all’anno per la sanità: spendiamoli bene”, ha detto il premier Matteo Renzi parlando alle Regioni che incontrerà stasera. “Non voglio fare polemiche, non voglio demagogia. Non diciamo bugie: la matematica non è un’opinione, i soldi alla sanità aumentano”, , annunciando però un decreto per salvarne i conti

Padoan, Regioni? Ha buon senso avvicinarsi alle più virtuose

“C’è un’esigenza generale di migliorare l’efficienza” delle Regioni, ha detto il Ministro dell’economia Pier Carlo Padoan “Mi limito ad osservare che in alcuni casi c’è una efficienza più elevata, e mi sembra quasi di buon senso immaginare una convergenza verso le buone pratiche di chi è lontano”, visto che “sono adottate e quindi adottabili dalle altre”. Così.

Cosa ne pensano gli altri governatori

Il governatore del Veneto, Luca Zaia, si dice d’accordo con le dichiarazioni del piemontese Chiamparino e vede manovre non cristalline sul futuro della sanità “con trasferimento della sanità a Roma: il Ministro Lorenzin – spiega – non ne ha fatto mistero. Non faccio il sindacalista della Regione, dico solo che i veneti hanno diritto di essere curati. E curati bene. Se qualcuno vuole portarci a livello di Terzo Mondo la sanità, si sbaglia”.

Media il governatore della Toscana, Enrico Rossi. “Con il Governo non serve rottura, non perché questo governo è amico ma perché le rotture non servono. Abbiamo interesse ad avere un accordo quanto più migliore per sanità e servizi che le Regioni erogano. Rispetto a questa finanziaria occorre operare per migliorare le cose che già ci sono e chiarirle in parte”.

E mentre il presidente della Corte dei conti, Raffaele Squitieri, in audizione al Senato calcola che essendo pari a “800 milioni necessari per l’adeguamento delle prestazioni ai nuovi Lea”, l’incremento delle risorse del Fondo sanitario nazionale rispetto al 2015 è “solo di 500 milioni”, tutti i medici del servizio pubblico il prossimo 16 dicembre sciopereranno, “contro il “grave e perdurante disagio ai cittadini da politiche orientate esclusivamente ad una gestione contabile del SSN”.

Intanto la Uil calcola che se tutte le 9 Regioni (Piemonte, Liguria, Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Calabria, Puglia e Sicilia) alle prese con l’extra deficit sanitario aumentassero al massimo consentito le aliquote dell’Irpef regionale, si rischiano possibili aumenti medi del 47,4% (221 euro medi pro capite) per oltre 13 milioni di contribuenti.


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