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Ok al decreto Colosseo, i musei diventano servizi essenziali
Limiti al diritto di sciopero come scuola, sanità e trasporti

L’apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura è considerato servizio pubblico essenziale come la scuola, la sanità e i trasporti. Lo prevede il decreto-legge Colosseo approvato ieri dall’Aula della del Senato in via definitiva con 138 sì, 67 no e 14 astenuti. Il provvedimento, varato lo scorso 16 settembre in seguito alla chiusura del Colosseo per un’assemblea sindacale, è passato con il voto favorevole di Pd, Ap, Misto, Cr, Autonomie; contrari M5S, Sel, Fi; Lega Nord si è astenuta.

Con il d.d.l. l’esercizio del diritto di sciopero o di assemblea da parte di chi lavora in musei, biblioteche, archivi, aree e parchi archeologici, complessi monumentali pubblici e privati, sarà soggetto ad una normativa più stringente. Il testo specifica che in relazione alla “tutela dell’ambiente e del patrimonio storico-artistico”, rientrano tra i servizi pubblici essenziali non solo “i servizi di protezione ambientale e di vigilanza sui beni culturali”, ma anche “l’apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura”.

Il  Sottosegretario al Ministero dei beni culturali e del turismo Ilaria Borletti Buitoni ha affermato che il ricorso al decreto-legge è motivato dalla necessità di garantire l’accesso al patrimonio culturale in vista del Giubileo. Rispondendo ai rilievi delle opposizioni, ha precisato che saranno pubblicate a breve nuove linee guida per l’accesso ai musei dei disabili, che la dotazione del Ministero della cultura per il 2016 sarà aumentata e che la legge di stabilità prevede un concorso per l’assunzione di cinquecento funzionari dei beni culturali.

“Per l’Italia è un passo avanti naturale considerare i luoghi della cultura come servizi pubblici essenziali – ha detto il senatore Andrea Marcucci, presidente della Commissione Cultura, dichiarando il voto favorevole del Pd al d.l. Colosseo – Una conquista di civiltà, come l’ha definita il Ministro Franceschini”. Lo.

L’Aula del Senato ha respinto tutte le proposte emendative. Il M5S ha presentato proposte per escludere dalla disciplina i casi di sciopero economico-politico, per aumentare gli organici e per monitorare i poli museali; la Lega ha proposto l’introduzione di premi di produttività per i lavoratori; Cor ha indicato criteri di rappresentatività delle organizzazioni sindacali proclamanti sciopero.


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