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Legge di stabilità: pressing dei padri separati, il governo ci tolga Tasi
Presidente Isp Quilici, sarebbe una iniziativa equa

La proposta, ora in bilico, di escludere dal pagamento della Tasi le case dei coniugi separati viene ben accolta dal presidente dell’Istituto studi sulla Paternità, Maurizio Quilici, che auspica che il governo, vista la situazione ‘drammatica’ di molti padri separati, “tenga in conto che sarebbe comunque un’iniziativa opportuna”.

“Mi sembra una proposta giusta ed equa perché nella separazione, e poi in una prima fase dopo questa, il padre è la parte debole. Perché in quasi 2 casi su 3 la separazione è chiesta dalla donna e l’uomo la subisce. Poi deve lasciare casa in tempi rapidi e trovare soluzione abitativa per sé. La madre è sempre il genitore convivente e quindi i figli restano sempre con la madre. Poi c’è un assegno per i figli e spesso un assegno perequativo per l’ex. L’affido condiviso, che prevedrebbe un rapporto ‘equilibrato e continuativo’ con entrambi i genitori è totalmente disatteso nella sostanza. E i padri separati che non ce la fanno economicamente sono tanti. Senz’altro più numerosi di quelli che fanno le acrobazie per nascondere i propri redditi re non versare il dovuto”.

Quindi, aggiunge Quilici, “i padri che dopo la separazione dormono da papà e mamma, o dormono in auto o fanno la fila alla Caritas (telefonare per credere) non sono una leggenda metropolitana ma una realtà. Molti enti locali hanno affrontato il problema creando soluzioni abitative agevolate per affrontare il problema”. Dunque la proposta, annunciata ieri dalla relatrice alla manovra, ma oggi già in bilico, “sarebbe un segno di civiltà, in attesa di leggi eque se, anche a livello centrale, si mostrerà sensibilità”.

La proposta di modifica alla legge di stabilità era stata illustrata ieri dalla relatrice al provvedimento, Magda Zanoni (Pd) era volta a correggere una “stortura” che colpisce chi lascia l’abitazione e, vivendo in affitto, risulta proprietario di una seconda casa. Si sarebbe venuti così incontro alle esigenze economiche dei separati, spesso in difficoltà. Ma si apprende che il governo sarebbe orientato ad esprimere parere negativo. 


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