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Decreto Salva Regioni pubblicato in Gazzetta Ufficiale
La norma permette di ammortizzare in 30 anni i debiti contratti dal MEF per conto delle Regioni, soldi usati dai governatori per saldare i fornitori, ma anche per alimentare la spesa corrente. Non risorse fresche, ma nuove norme contabili

Firmato venerdì scorso dal presidente Mattarella, il cosiddetto “decreto salva regioni” è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il testo, secondo quanto si apprende, è stato trasmesso in Senato ed è in attesa di essere assegnato alla Commissione Bilancio. L’orientamento sarebbe quello di esaminarlo a Palazzo Madama per poi ‘assorbirlo’ in legge di stabilità alla Camera.
“Il presidente Tonini ha annunciato in Commissione Bilancio che il decreto Salva-Regioni è arrivato in Senato e che l’orientamento è quello di esaminarlo a Palazzo Madama, quindi eventualmente di modificarlo qui, e poi inserirlo nella manovra nel passaggio alla Camera”. Lo ha confermato la senatrice del Pd Lucrezia Ricchiuti. La relatrice della legge di stabilità, Magda Zanoni, ha spiegato che la Commissione esaminerà il decreto “separatamente dalla legge di stabilità”, non appena concluso il lavoro sulla manovra.

>> Il testo del decreto-legge 13.11.2015, n. 179

Il provvedimento “consente di regolarizzare completamente la situazione e alle Regioni di riprendere serenamente la loro operatività”, ha detto. Il problema era sorto soprattutto per un caso legato alla Regione Piemonte e sollevato dal governatore Sergio Chiamparino.

La norma dovrebbe sanare la situazione creatasi dopo una sentenza della Corte costituzionale del giugno scorso che ha bocciato il metodo di contabilizzazione dei fondi anticipati dal governo, attraverso dei mutui contratti col Mef, per pagare i debiti arretrati con i fornitori che in molti casi (in Piemonte per esempio) sono stati usati anche per alimentare la spesa corrente. Alla luce di questa pronuncia, la Corte dei conti nell’udienza di parifica del bilancio 2014, ha così certificato un deficit del Piemonte che sfiora i 6 miliardi di euro mettendo in ginocchio l’amministrazione Chiamparino. Da tempo, il governatore aveva lavorato con Palazzo Chigi per l’approvazione di un decreto che aiutasse a risolvere questa vicenda, nata secondo le Regioni a causa di una scarsa chiarezza sull’applicazione della norma. Ma il decreto è slittato già due volte. Il provvedimento non contiene fondi a sostegno delle Regioni alle prese con questi piani di rientro dal maxi deficit, ma consente di spalmare in 30 anni l’ammortamento del debito.

Oltre alla norma spalma debiti, nel decreto è prevista la possibilità di estendere “i provvedimenti del cosiddetto decreto Cantone con la norma anti-commissariamento alla sanità, cioè ad aziende accreditate che svolgono servizi essenziali, questo ci consentirà di mantenere i livelli essenziali di assistenza nei territori coinvolti”, ha detto il Ministro alla sanità, Beatrice Lorenzin.

Il provvedimento contiene anche una “norma” che sana “il cosiddetto payback dei farmaci e consente di iscrivere a bilancio delle Regioni le somme indicate in una apposita tabella”, ha spiegato la Lorenzin. Quindi, aggiunge, “permette alle Regioni, nelle more della conclusione dell’iter di aggiornamento che sta attuando Aifa in seguito alla sentenza del Tar di Roma, di avere sanato una questione che poteva diventare problematica per il bilancio”.

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