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Nuovo codice appalti, ok della Camera: operativo entro giugno
Il testo passa ora all'esame del Senato per l'approvazione definitiva. Delrio: ora dobbiamo correre. All’Esecutivo la facoltà di scegliere se attuare la riforma con un unico testo entro il 18 aprile 2016

La Camera ha approvato con 348 voti favorevoli, 78 contrari e 25 astenuti il disegno di legge delega che sta riscrivendo la disciplina dei contratti pubblici. Il testo passa ora all’esame del Senato per l’approvazione definitiva. “Ora dobbiamo correre” ha affermato al termine dei lavori il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio. “Diventerà operativo entro l’estate prossima. Abbandonando il massimo ribasso e le zone opache abbiamo introdotto un grande elemento di lotta alla corruzione. Abbiamo realizzato un’opera di semplificazione importantissima. Nella semplicità c’è la ricetta giusta per fare bene e presto le opere . Fino ad ora ci voleva troppo tempo per realizzarle perché non c’erano i progetti: Ora i progetti tornano centrali e ciò’ vuol dire certezza dei costi e dei tempi”.

Differentemente da quanto deciso in Commissione Ambiente della Camera, l’Aula ha approvato un emendamento che lascia all’Esecutivo la facoltà di scegliere se attuare la riforma con un unico testo entro il 18 aprile 2016.
Nel testo licenziato dalla Commissione il 18 aprile 2016 veniva indicato come termine per il solo recepimento delle direttive 2014/23/Ue sui contratti di concessione, 2014/24/Ue sugli appalti pubblici (che abroga la direttiva 2004/18/CE) e 2014/25/Ue sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali (che abroga la direttiva 2004/17/CE). 
Il testo posticipava poi al 31 luglio 2016 il termine entro cui approvare il codice appalti vero e proprio, cui devono far seguito le linee guida messe a punto dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e dall’ANAC.

A prescindere da quale sarà il contenitore delle nuove disposizioni e in quali tempistiche avverrà la riforma, i contenuti sono per lo più confermati, in primis il divieto di gold plating: non potranno quindi essere introdotte regole più severe di quelle comunitarie.

Ecco alcune novità contenute nel disegno di legge delega sugli appalti approvato ieri:

Positivo il commento dell’Oice, l’Associazione di categoria, aderente a Confindustria, che rappresenta le organizzazioni italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica. Dopo l’approvazione, il presidente Patrizia Lotti si è detta particolarmente soddisfatta per l’attenzione alla centralità del progetto, l’eliminazione dell’incentivo del 2% per la progettazione pubblica, la limitazione dell’appalto integrato, l’introduzione di modelli innovativi, l’uso del BIM, il divieto di ricorso al prezzo più basso nelle gare di progettazione, l’introduzione presso l’ANAC dell’albo dei commissari di gara per la moralizzazione del settore.

Soddisfatto per il “ruolo centrale dato al progetto pubblico, considerato negli ultimi venti anni solo un inutile orpello, ed il ricorso ai concorsi a garanzia della  qualità progettuale” anche Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC). “Tra gli innumerevoli aspetti positivi – indicati da Freyrie – la cancellazione del massimo ribasso, l’abolizione del regolamento di attuazione, l’abolizione dell’incentivo del 2%, fino ad ora una vera e propria alterazione del mercato” . L’approvazione della delega secondo il presidente del CNAPPC costituisce “un segnale fortissimo per il nostro Paese per riaffermare la qualità dell’architettura, che rappresenta l’unica arma contro la cattiva sorte delle opere pubbliche e il malaffare”.

Negativo il parere del M5S, che ha votato contro, ha spiegato la capogruppo M5S in Commissione Ambiente Claudia Mannino, “perché siamo molto critici sulle stesse modalità dell’approvazione e sul fatto che il provvedimento che, ricordiamo è una delega, non affronta e risolve i problemi di fondo del settore appalti. In particolare siamo insoddisfatti del fatto che le concessioni autostradali andranno a gara tra 24 mesi, e temiamo ulteriori proroghe di una situazione da infrazione europea; e siamo critici sulla piega che ha preso il superamento della legge Obiettivo, su cui ci aspettavamo molto di più. Siamo critici anche sull’Anas: non si sa entro quali tempi farà le linee guida e in che termini. Insomma, vaghezza e superficialità di un provvedimento importante”.


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