MAGGIOLI EDITORE - La Gazzetta degli Enti Locali


Orari negozi, la proposta che non piace a troppi (almeno in Parlamento)
Che fine ha fatto la proposta di legge sugli orari dei negozi

Rimane nel dimenticatoio al Senato la proposta di legge sugli orari dei negozi, approvata dalla Camera a settembre dello scorso anno. 

Fino al 20 gennaio Palazzo Madama non ne riprenderà sicuramente l’esame, e solo dopo quindi si deciderà quale sarà il suo destino. 

Anche se, si apprende da fonti della maggioranza, l’intenzione del governo è quella di far tornare nel cassetto la proposta di legge, che ha sollevato critiche e malumori non solo da una parte del settore del commercio ma anche all’interno della stessa maggioranza. 

Sul testo infatti, già alla Camera ma in particolare nell’iniziale passaggio al Senato, sono emerse fratture all’interno della compagine di governo, con Scelta civica e Ncd che si sono dette contrarie alla riforma, che di fatto supera le liberalizzazioni nel commercio volute da Mario Monti

Inoltre, secondo quanto apprende Public Policy, sarebbe emersa una contrarietà sul testo da parte del ministero dello Sviluppo economico. Il testo riassume le analoghe proposte presentate da M5s, Pd, Lega, FI e Ncd alla Camera. 

Viene previsto, in particolare, l’obbligo di chiusura dei negozi per almeno sei giorni fissi l’anno (12, derogabili di sei), multe (salate) per chi non rispetta l’obbligo, possibilità per i sindaci di limitare l’apertura dei locali nei luoghi della movida, ma con ordinanze che hanno valenza di tre mesi. 

E ancora: possibilità per le Regioni di istituire un osservatorio sull’orario dei negozi e istituzione di un Fondo di 90 milioni di euro dal 2015 al 2020 per aiutare le microimprese, anche per le spese legate all’obbligo di dotarsi del Pos per il pagamento con la moneta elettronica. 


www.lagazzettadeglientilocali.it