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Milleproroghe, part time agli statali anziani
La conversione in legge del decreto Milleproroghe concede il part-time anche ai dipendenti pubblici prossimi alla pensione

La conversione in legge del decreto Milleproroghe concede il part-time anche ai dipendenti pubblici prossimi alla pensione. La modifica alla specifica disciplina transitoria (valida per il settore privato) di cui all’art. 1, comma 284, della legge 208/2015 (legge di stabilità per il 2016), prevede la trasformazione da tempo pieno a tempo parziale del rapporto di lavoro subordinato, con copertura pensionistica figurativa per la quota di retribuzione perduta e con la corresponsione, di una somma pari alla contribuzione pensionistica che sarebbe stata a carico del datore di lavoro relativa alla prestazione lavorativa non effettuata. Il nuovo articolo 2-quater del d.l. 210/2015 concede anche più tempo per scrivere le regole pratiche per il passaggio al part-time.

Di cosa parliamo. Anche i lavoratori dipendenti del settore pubblico, esclusi dalla disposizione contenuta nella Legge di Stabilità, titolari di un contratto di lavoro a tempo pieno che maturano entro il 31 dicembre 2018 il diritto al trattamento pensionistico di vecchiaia (66 e 7 mesi nel 2016), possono, d’intesa con l’amministrazione di appartenenza, per un periodo non superiore a 3 anni (devono quindi aver compiuto 63 anni e 7 mesi), ridurre l’orario del rapporto di lavoro in misura compresa tra il 40 e il 60%. Ciò comporta, in pratica, una aggiunta mensile allo stipendio pari alla contribuzione (quota a carico del datore di lavoro) previdenziale a fini pensionistici (23-24% della retribuzione) relativa alla prestazione lavorativa non effettuata.


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