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Fondo di solidarietà comunale 2016, si decide la settimana prossima
Il rinvio è stato deciso ieri nel corso della Conferenza Stato-Citt. àL’Anci ha dato parere favorevole anche allo schema di decreto sul riparto dei contributi straordinari in favore dei comuni nati da fusione

Sul Fondo di solidarietà comunale 2016, Anci e governo hanno deciso di aggiornarsi al prossimo 24 marzo quando il tema sarà discusso in una apposita riunione. Il rinvio è stato deciso ieri nel corso della riunione straordinaria della Conferenza Stato-Città, in cui comuni ed esecutivo hanno confermato la volontà di arrivare ad un accordo “condiviso”; da qui l’ulteriore settimana di tempo, che servirà per analizzare in maniera più puntuale il provvedimento.
“Proprio ieri – ha dichiarato a margine della riunione il vicepresidente Anci e sindaco di Chieti Umberto Di Primio – il presidente Fassino ha scritto una lettera, inviata anche al Ministro Alfano, per sottoporre alla sua attenzione alcuneproposte emendative riguardanti la finanza locale, tra cui appunto il Fondo di solidarietà comunale. Inoltre, abbiamo consegnato al governo una nostra bozza sul Fsc, invitando il governo a valutarla con attenzione”.
Di Primio ha poi espresso “apprezzamento per la disponibilità del governo a risolvere la questione. Da parte nostra auspichiamo che la settimana di tempo ulteriore che ci siamo dati sia decisiva per arrivare ad una proposta condivisa che, per il 2016, assegni al comparto dei comuni lo stesso ammontare di risorse dello scorso anno per mitigare gli effetti negativi della perequazione dello scorso anno”.

Parere favorevole al decreto sui contributi alle fusioni di comuni
Nel corso della Conferenza Stato-Città di ieri, l’Anci ha dato parere favorevole allo schema di decreto sulla determinazione, per l’anno 2016 e seguenti, di tempi e modalità del riparto dei contributi straordinari in favore di quei comuni nati da fusione.
“Il nostro via libera al provvedimento – ha dichiarato a margine della riunione il vicepresidente Anci e sindaco di Valdengo Roberto Pella – va incontro alle nostre richieste ed è il frutto del buon lavoro svolto dall’associazione nel confronto con il Ministero dell’interno. Parliamo di 30 milioni per le fusioni – ha rimarcato Pella – che si vanno ad aggiungere agli altri 30 milioni di incentivi già previsti per  le Unioni”.
“Tuttavia – rimarca il vicepresidente Anci – chiediamo al governo di considerare un appostamento di risorse maggiore, se si vuole dare importanza e sostanza al progetto di incentivazione dell’associazionismo. Infatti – spiega Pella – i 30 milioni per le funzioni riguardano 37 fusioni che interessano 87 Comuni mentre sono, ad oggi, già 455 le Unioni che coinvolgono 2467 Comuni; è chiaro che 30 milioni sulle Unioni sono insufficienti soprattutto se questo numero salirà, come previsto nel progetto di nuova governance condiviso tra Anci e governo”. Per questo, il vicepresidente Anci ha ribadito l’importanza di “risorse proprie per l’associazionismo visto che oggi queste vengono sottratte dal fondo do solidarietà comunale”.
Entrando nello specifico, lo schema di decreto disciplina modalità e termini per l’attribuzione dei contributi decennali alle fusione di comuni e alle fusioni per incorporazione così come previsto dalla legge di stabilità 2016.
In particolare la manovra di quest’anno ha elevato il contributo straordinario dal 20% al 40% dei trasferimenti per singoli comuni che si fondono, nel limite di uno stanziamento non superiore a 2 milioni di euro per ciascun beneficiario (questo limite è stato elevato da 1,5 milioni di euro a 2 milioni di euro). Mentre in caso di risorse superiori alle richieste di contributi, le risorse eccedenti sono ripartite agli stessi enti in base alla popolazione e al numero dei Comuni originari.
Inoltre, nel caso di richieste di contributi superiori alle risorse disponibili, è data priorità alle fusioni e alle incorporazioni con maggiori anzianità (come previsto dalla legge di stabilità sopra citata che assegna, nella rideterminazione degli importi, un coefficiente di maggiorazione del 4% per le fusioni con anzianità di un anno, incrementato del 4% per ogni anno di anzianità aggiuntiva, fino al 40%, per le fusioni con anzianità pari a 10 anni. 


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