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Nuovo codice appalti: i dubbi degli operatori
Subappalti, procedure negoziate, opere di urbanizzazione, fasi attuative, obblighi contributivi costituiscono le tematiche sulle quali si sta incentrando maggiormente il dibattito tra esperti ed operatori del settore
Dall’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti (d.lgs. 50/2016) è trascorso esattamente un mese e sono diversi i punti di vista ancora critici in merito ad alcune parti della nuova normativa.
In particolare subappalti, procedure negoziate, opere di urbanizzazione, fasi attuative, obblighi contributivi costituiscono le tematiche sulle quali si sta incentrando maggiormente il dibattito tra esperti ed operatori del settore.
Codice appalti: gli effetti delle nuove norme
Giovedì scorso i vari segmenti del mondo produttivo coinvolto nella filiera dei contratti pubblici, nel corso di un convegno organizzato da Confindustria, hanno valutato l’impatto che le nuove norme hanno iniziato a produrre sul mercato.
Un tema rilevante riguarda la fase di attuazione della normativa. Ad aver discusso della sua importanza è intervenuta Marcella Panucci, direttore generale di Confindustria affermando che “molto dipenderà da come gli uomini e le donne impegnati sul mercato faranno funzionare le nuove regole”.
Sulla questione, il presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone, ha sottolineato quanto sia importante, in questi mesi, lavorare con spirito positivo: “Sono molto preoccupato di come sta avvenendo nei fatti l’attuazione. Io credo che il decreto 50 sia come un ospite: se lo accogliamo con la faccia storta, il fallimento è sicuro”.
Codice appalti: come declinare i parametri della legge
Sul Nuovo Codice Appalti si è pronunciato anche il CNAPPC (Consiglio Nazionale Architetti) che ha rivendicato in prima battuta la coerenza di una legge volta a modernizzare il settore. A parere degli Architetti l’Ordine, infatti, è necessario declinare in maniera più efficiente i parametri della legge, nelle linee guide ANAC, per l’accesso ai bandi.
“Il Codice dovrà aiutare a riportare la progettazione fuori dagli uffici pubblici, riconducendo nella Pubblica Amministrazione solo la verifica dei progetti,”invertendo l’assurdo processo seguito negli ultimi 10 anni” ha affermato il nuovo presidente Giuseppe Capocchin.
L’obiettivo principale, in tal senso, è quello di riportare il progetto esecutivo al centro degli appalti pubblici, aprendo ai professionisti esterni alla PA, con effettive possibilità d’ingresso ai giovani e a chi è rimasto ai margini.
Codice appalti: come integrare le linee guida Anac
La richiesta avanzata, tramite una missiva inviata al Governo da un ampio raggruppamento di Casse professionali (Inarcassa, Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti, CIPAG, Cassa Italiana Previdenza e Assistenza Geometri, EPAP, Ente di Previdenza ed Assistenza Pluricategoriale, EPPI, Ente di Previdenza dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati) è quella di integrare le linee guida ANAC sul Codice Appalti con riferimenti agli obblighi contributivi di società di professionisti e società di ingegneria.
Le Casse hanno sottolineato che né il nuovo Codice Appalti né la bozza delle linee guida dell’ANAC contengono al loro interno un riferimento all’obbligo di versamento del contributo integrativo del 4% da parte delle società di ingegneria e di professionisti all’ente previdenziale di riferimento. Senza una previsione espressa, i corrispettivi per le attività di queste società potrebbero non essere imponibili, con gravi conseguenze sui bilanci degli enti.
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