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Concessioni balneari: l’atto di segnalazione ANAC a Parlamento e Governo
Le indicazioni dell’Autorità finalizzate a rafforzare gli obiettivi di concorrenza, semplificazione e trasparenza perseguiti dalla delega. Ma affiora l’incognita dell’insediamento del nuovo Parlamento

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) è intervenuta su Parlamento e Governo con un Atto di segnalazione (n. 4 datato 6 settembre 2022) in relazione al discusso tema delle concessioni di beni demaniali, come la gestione delle spiagge e dei servizi balneari.

Le indicazioni dell’ANAC al Legislatore

Alla luce della recente approvazione della Legge delega sulla Concorrenza (n. 118 datata 5 agosto 2022), l’Autorità ha sottoposto al Legislatore alcune indicazioni finalizzate a rafforzare gli obiettivi di concorrenza, semplificazione e trasparenza perseguiti dalla delega.
In questa direzione l’ANAC ha richiamato l’applicazione del codice degli appalti alle ipotesi di contratti misti di concessioni, nei casi in cui il contratto di balneazione comporti una concessione di servizi o di lavori pubblici. Ha chiesto di prevedere l’emanazione da parte di ANAC di documenti tipo relativi alle procedure di affidamento dei beni demaniali; e inoltre di prevedere la possibilità per gli enti concedenti dei beni demaniali di stipulare con l’Autorità stessa protocolli di vigilanza collaborativa.
In ultima battuta, l’Autorità ha chiesto di assicurare il coordinamento e l’interoperabilità del registro dei regimi concessori dei beni pubblici con la banca dati nazionale dei contratti pubblici, e con il Portale unico della Trasparenza, che l’ANAC stessa sta predisponendo.

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Il contesto politico: il nuovo Parlamento si insedia tra 15 giorni

La segnalazione dell’ANAC assume ancora più rilievo alla luce della particolare congiuntura politica che attraversa l’Italia in questo momento: sarà infatti curioso ora sapere come il nuovo Governo di centrodestra a trazione Giorgia Meloni completerà la riforma della concorrenza avviata dal Governo Draghi, che va necessariamente conclusa entro la fine di gennaio.
Fratelli d’Italia, infatti, – si legge in un comunicato sul sito MondoBalneare.com – da unico partito all’opposizione ha sempre votato contro la legge sulla concorrenza, mentre Lega e Forza Italia, che sostenevano il governo, hanno votato a favore. Gli esponenti del partito di Giorgia Meloni hanno più volte promesso che se si fossero trovati al Doverno avrebbero impedito le gare delle concessioni balneari, e la stessa Meloni, intervistata nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore, ha dichiarato che “la norma sulle concessioni balneari può essere modificata senza venir meno agli impegni assunti con l’Europa, perché la direttiva Bolkestein prevede che le concessioni debbano essere messe all’asta solo se c’è scarsità del bene. Prima di fare le gare, occorre fare una mappatura dei chilometri di costa già oggetto di concessione. Le nostre 30.000 imprese balneari hanno fatto investimenti confidando nella proroga fino al 2033 stabilita dalla legge, ora non possono essere private di tutto dall’oggi al domani”: una posizione più morbida ma che comunque fa emergere la contrarietà della leader di Fratelli d’Italia all’immediata riassegnazione delle concessioni balneari tramite gare pubbliche.

>> L’ATTO DI SEGNALAZIONE ANAC n. 4/2022.


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