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Furbetti cartellino, il decreto รจ legge. Renzi: pacchia finita
Approvati nel C.d.M. di ieri anche il decreto Scia, Conferenza dei servizi e Scia2. Renzi: approvati 5 decreti che semplificano la vita dei cittadini

“Per chi viene beccato a timbrare il cartellino e andarsene la pacchia è finita”, è infatti legge il decreto sui licenziamenti “cattivi ma giusti” per i cosiddetti furbetti. Parole ferme quelle con cui il premier Matteo Renzi annuncia l’approvazione definitiva in Consiglio dei Ministri delle nuove regole per sanzionare chi “truffa lo Stato”
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La filosofia che sta dietro al provvedimento è così riassunta da Renzi: “Se mi freghi ti stango, se lavori bene premio il tuo lavoro”.
Una lunga lista di esempi, Sanremo il più clamoroso e Caserta l’ultimo, hanno preceduto il sì al provvedimento che è destinato a fare scuola e avere ricadute anche su tutte le altre condotte illecite.

I dettagli del provvedimento

Nello specifico, il decreto interviene sulla disciplina prevista per la fattispecie di illecito disciplinare denominata falsa attestazione della presenza in servizio. Al dipendente colto in flagrante sarà applicata la sospensione cautelare entro 48 ore e attivato il procedimento disciplinare che dovrà concludersi entro 30 giorni. È  prevista la responsabilità disciplinare del dirigente (o del responsabile del servizio) che non proceda alla sospensione e all’avvio del procedimento.
Sono state accolte le condizioni poste dalle commissioni parlamentari nei loro pareri e sono state recepite gran parte delle osservazioni avanzate dalla Conferenza unificata e dal Consiglio di Stato. In particolare, è stato precisato che la fattispecie di falsa attestazione della presenza in servizio comprende anche quella realizzata mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento; è stato garantito al dipendente il diritto alla percezione di un assegno alimentare – nella misura stabilita dalle disposizioni normative e contrattuali vigenti – durante il periodo di sospensione cautelare dal lavoro; al fine di garantire un’opportuna scansione temporale delle diverse fasi del procedimento e per assicurare idonee garanzie di contraddittorio a difesa del dipendente, è stato previsto che con il provvedimento di sospensione si procede anche alla contestuale contestazione dell’addebito e alla convocazione del dipendente dinanzi all’ufficio competente per i procedimenti disciplinari; il dipendente sarà convocato per il contraddittorio con preavviso di almeno 15 giorni e potrà farsi assistere da un procuratore o da un rappresentante sindacale; nei casi in cui il dirigente abbia avuto notizia dell’illecito e non si sia attivato senza giustificato motivo è prevista la responsabilità per omessa attivazione del procedimento disciplinare e omessa adozione del provvedimento di sospensione cautelare e ne viene data notizia  all’Autorità giudiziaria. 

Le dichiarazioni del Ministro Madia

Gli ultimi ritocchi hanno rafforzato l’efficacia della misura, dopo 48 ore la sospensione ed entro 30 giorni si chiude, stabilendo che “un vizio formale” non può bloccare il licenziamento, spiega il Ministro della p.a. Marianna Madia, che ha siglato il provvedimento. Insomma per i furbetti la possibilità di impugnare l’espulsione e ottenere la reintegra viene ridotta.
D’altra parte nel privato l’operazione è stata ampia e generalizzata, come è noto la salvaguardia dell’articolo 18 è stata di molto circoscritta con la Fornero prima e il Jobs act dopo. Ora se nel pubblico la tutela dello Statuto dei lavoratori resta (la pronuncia della Cassazione in materia è giusto di qualche giorno fa) vengono però messi dei paletti al ‘ricorso facile’.

Sul punto la Madia è chiara: “Nel pubblico le norme sulle sanzioni devono essere più rigide che nel privato, per motivi etici, e nel testo unico sul pubblico impiego continueremo il lavoro sui procedimenti disciplinari per cancellare le aberrazioni”, basta un cavillo e si viene riammessi. Quindi le novità potrebbero essere estese anche ad altri comportamenti fraudolenti, colpendo non solo gli assenteisti ma anche, ad esempio, chi ruba.

E sugli effetti della stretta non ha dubbi il Sottosegretario alla p.a. Angelo Rughetti: viene “introdotta una norma che restringe il contenzioso e l’impugnativa”.

E le reazioni non si fanno aspettare, per il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto “l’ansia del governo di assecondare la pancia della piazza si traduce in provvedimenti raffazzonati, sbagliati, vere e proprie follie”, come “il mancato annullamento del licenziamento anche in presenza di violazioni dei termini del procedimento, salvo che non risulti ‘irrimediabilmente compromesso’ il diritto di difesa”.

Il decreto Scia e riforma della Conferenza dei servizi

Nel C.d.M. di ieri sono stati approvati anche il decreto Scia e quello sulla riforma della Conferenza dei servizi. La faccia della pubblica amministrazione cambia anche per le imprese, grazie alla Scia Unica, definita dal Presidente del Consiglio una “rivoluzione” e alla Conferenza dei servizi, dove lo Stato parlerà con “una voce sola”.

Nello specifico con il decreto Scia si potrà presentare presso un unico ufficio, anche in via telematica, un unico modulo valido in tutto il paese. La pubblica amministrazione destinataria delle istanze e richieste  pubblica sul proprio sito istituzionale il modulo. È previsto un unico ufficio a cui rivolgersi, che avrà il compito di interagire con tutti gli altri uffici e/o amministrazioni interessate. La richiesta al cittadino di documenti ulteriori rispetto a quelli previsti è considerata inadempienza sanzionabile sotto il profilo disciplinare.

Con il decreto sulla Conferenza dei servizi si abbattono i tempi lunghi attivando la conferenza semplificata, che non prevede riunioni fisiche ma solo l’invio di documenti per via telematica; la conferenza simultanea con riunione (anche telematica) si svolge solo quando è strettamente necessaria; l’assenso delle amministrazioni che non si sono espresse si considera acquisito; ciascun livello di governo parlerà con una sola voce; il termine della conferenza, oggi di fatto indefinito, viene stabilito perentoriamente in al massimo 5 mesi.

Scia 2: Norme in materia di regimi amministrativi delle attività private

Arrivano poi, ma qui siamo ancora all’esame preliminare, le istruzioni per l’uso per chi vuole aprire un negozio o alzare un muretto. Nello specifico il decreto provvede alla mappatura completa e alla  precisa individuazione delle attività oggetto di procedimento di mera comunicazione o segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) o di silenzio assenso, nonché quelle per le quali è necessario il titolo espresso e introduce le conseguenti disposizioni normative di coordinamento. Inoltre è prevista la semplificazione di regimi amministrativi in materia edilizia.


 

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