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Decreto Aiuti per PA e imprese pubblicato in Gazzetta Ufficiale: la relazione illustrativa
Le misure di rilievo per la PA: lotta al caro-materiali, rafforzamento per investimenti, appalti e Recovery Plan

È stato pubblicato ieri sera in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n. 114 del 17 maggio 2022) il decreto legge 17 maggio 2022, n. 50, cd. Decreto Aiuti per PA e imprese, recante “Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonchè in materia di politiche sociali e di crisi ucraina”.

Il decreto in Gazzetta Ufficiale

Come si può leggere questa mattina sul Sole 24 Oreper il mondo delle pubbliche amministrazioni e imprese che lavorano negli appalti le attenzioni si concentrano sulle misure per far fronte al caro-materiali: passa da qui la strategia del Decreto Aiuti per non bloccare le opere in corso e dare fiato con fondi per 10 miliardi agli investimenti anche nei prossimi anni, almeno fino all’orizzonte del 2026. Nel testo pubblicato in G.U. ci sono poi risorse molto attese per mettere a posto i bilanci delle città, per rafforzare la gestione degli investimenti del Recovery Plan e non solo”.

Le misure per gli Enti locali

Il pacchetto dedicato agli Enti locali si appoggia in primo luogo sulla possibilità di applicare direttamente ai preventivi gli avanzi di amministrazione (valgono circa 3,5 miliardi) senza aspettare la salvaguardia degli equilibri a fine luglio. Anche gli amministratori locali – si legge questa mattina sul Sole 24 Ore nell’articolo di Gianni Trovati – hanno dovuto pagare qualche piccolo pegno alla revisione delle cifre nel provvedimento: come anticipato nei giorni scorsi, il fondo per sostenere i bilanci scende a 170 milioni (150 ai Comuni, il resto a Città metropolitane e Province) e i fondi extra per il PNRR delle grandi città si attestano a 665 milioni ma partiranno dal 2023. I fondi sono distribuiti in base alla dimensione demografica delle cinque città interessate: il 42% (278 milioni) è quindi indirizzato a Roma, a Milano l’assegno vale 139 milioni, Napoli si attesta a 94 milioni, Torino a 84 e Palermo, salita da ultimo su questo treno grazie all’abbassamento della soglia demografica di riferimento, riceverà 67 milioni.

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