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Recovery Plan: la Commissione Europea promuove il Piano italiano
Le dichiarazioni dei vertici governativi: “Con semplificazioni e reclutamento lasceremo ai cittadini un’eredità strutturale”

È stato promosso, quasi a pieni voti, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano (PNRR), il Recovery Plan varato dal Governo italiano per ottenere i fondi del Programma Next Generation EU, lo stanziamento eccezionale di risorse volte a fronteggiare la situazione causata dall’epidemia da Coronavirus e scongiurare il deterioramento dell’economia, dell’occupazione e della coesione sociale fornendo un impulso a una ripresa sostenibile e resiliente dell’attività economica europea. Bruxelles ha assegnato tutte “A”, ad eccezione di una “B” per la voce costi. L’ufficializzazione arriverà nella giornata di oggi. Sinora sono stati giudicati e promossi i piani di Austria, Lussemburgo, Danimarca, Grecia, Slovacchia, Spagna e Portogallo.

L’ok di Bruxelles al Recovery Plan italiano

“Apprezziamo le valutazioni lusinghiere della Commissione europea sul PNRR italiano”, ha affermato il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. “La promozione sul campo dello straordinario lavoro del Governo Draghi è un altro gol segnato dall’Italia in Europa. Un passo che non soltanto ci consente di accedere all’anticipo di 25 miliardi entro luglio, ma che rafforza ancora la credibilità del nostro Paese, già riconquistata con il pieno rispetto del cronoprogramma sull’approvazione del Piano e delle prime riforme”.
“La Commissione presieduta da Ursula von der Leyen riconosce che il Recovery Plan rappresenta una risposta bilanciata e completa alla situazione economica e sociale. Secondo fonti di Bruxelles, il risultato è eccezionale sia per il livello raggiunto (dieci A e una B) sia per la velocità e l’ampiezza del miglioramento rispetto ai documenti di gennaio. Un miglioramento repentino e benvenuto”.

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Semplificazioni e nuovo reclutamento: un’eredità strutturale per i cittadini

È fondamentale che all’Italia sia assegnata una ‘A’ per la capacità di proporre misure efficaci contro i nostri ritardi storici, quelli sottolineati da sempre nelle ‘raccomandazioni Paese’. Come la Commissione evidenzia, tutte le riforme e gli investimenti avranno un impatto duraturo sulla crescita e il benessere dell’Italia, stimolando anche i capitali privati. Vale a maggior ragione per la Pubblica Amministrazione, una delle grandi incompiute del passato: con la riforma disegnata nel Piano e con le norme già varate su semplificazioni e reclutamento, abbiamo espresso la chiara e ferma volontà di lasciare agli italiani un’eredità strutturale, che vada ben oltre il 2026.

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Una fase nuova per il Paese

“Sono lieto che abbiamo meritato una ‘A’ anche per la governance, segno che il Governo ha saputo adeguatamente bilanciare i poteri di gestione, attuazione e monitoraggio del Piano tra Palazzo Chigi, ministeri e amministrazioni locali. Il tema della giustificazione dei costi sul quale anche noi, come tutti i Paesi, prendiamo ‘B’, nasce dal fatto che giustificare oggi costi per ambiziosi investimenti futuri non è semplice. La Commissione si è mossa con il giusto grado di prudenza. Si apre ora una fase nuova. Ricostruiamo l’Italia, tutti insieme”.

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