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L'accusa dei pm: "In Sicilia dati falsi su tamponi, positivi e morti"
Emergenza Coronavirus: l'inchiesta della Procura di Trapani. Tre arresti effettuati dai Nas, l'assessore alla Sanità Razza indagato si dimette

di SARA MONACI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Dati sull’andamento del Covid falsati in Sicilia, da marzo a novembre. Questa l’accusa della procura di Trapani e dei carabinieri del Nas che hanno svolto le indagini sulla presunta falsificazione del numero di tamponi, positivi e decessi, per cui ieri sono finiti agli arresti domiciliari due dirigenti regionali e un dipendente della società Pricewaterhousecoopers Public Sector srl, mentre l’assessore alla Sanità regionale Ruggero Razza, dimessosi ieri, è indagato, con altri due dirigenti regionali. Guardando quindi ai mesi scorsi, il collocamento della Sicilia nelle varie fasce di rischio potrebbe non essere stata veritiera. I Nas stanno facendo approfondimenti su tutto il territorio nazionale, e finora oltre al caso Molise, è stata la Sicilia a destare i maggiori sospetti. Sono state dunque intercettate conversazioni concitate tra la dirigente Maria Letizia Di Liberti, ai vertici del Dipartimento regionale per le attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico (Dasoe), arrestata, e membri dell’assessorato alla Salute. Il timore era di finire in zona rossa e quindi veniva ritenuto necessario comunicare all’Iss un numero più basso di positivi e di decessi e un maggior numero di tamponi.

L’obiettivo era comunicare meno di 20 morti al giorno, mentre al crescere dei positivi si doveva almeno dare un numero più alto di tamponi effettuati, per abbassare la percentuale di positività. «Ma mettici 2.000 di rapidi…fregatene!!!», diceva la Di Liberti al dipendente della società che gestisce il sistema informatico dei flussi da comunicare all’ISS, Emilio Madonia, agli arresti. «Razza è seccato perché non siamo stati in grado di tutelarci, i negozi che chiudono, se la possono prendere con noi, non siamo riusciti a fare i posti letto», dice al dirigente Mario Palermo, anche lui indagato. Il 19 marzo c’è tensione per via dei positivi di Palermo, prima 508, poi circa 730 con i dati arrivati in ritardo dall’ospedale Cervello. E dice: «A questo punto io scenderei sotto i 400 su Palermo. Ho parlato con Ruggero (Razza, ndr) e facciamo il punto domani…quindi 508 lo portiamo a 370… E ci aggiungiamo 1.000 tamponi».


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