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Patto per l'innovazione del lavoro pubblico/2 - Sindacati: "Bene il metodo e il merito adesso i contratti nazionali"
Domani primo banco di prova: si apre la fase del confronto negoziale

di GIORGIO POGLIOTTI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Ha richiamato l’accordo del 23 luglio del 1993 del Governo Ciampi, il ministro della PA, Renato Brunetta, invitando i sindacati a «recuperare lo spirito di allora che va rinnovato», e ricordando la sua partecipazione in qualità di «giovane consulente del governo». Nella diversità tra le due vicende – il Patto per la politica dei redditi del 1993 coinvolgeva tutte le parti sociali nel pubblico come nel privato, mentre quello firmato ieri riguarda solo Cgil, Cisl e Uil ed ha come perimetro la Pa – , in entrambi i casi il motore dell’intesa è l’Europa. Nel 1993 in gioco c’era il rispetto dei parametri introdotti nel Trattato di Maastricht, per entrare nel primo gruppo di Paesi che avrebbe adottato la moneta unica, oggi invece la partita verte su una Pa efficiente, in grado di fare bene i progetti e di spendere i 209 miliardi del Recovery Fund.

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Il richiamo alla stagione della concertazione, alla coesione sociale è stato particolarmente apprezzato dai tre leader sindacali. Non è solo una questione di metodo, però. Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, con le loro rispettive categorie del pubblico impiego, hanno apprezzato anche il merito dell’intesa firmata nella sala Verde di Palazzo Chigi, ovvero i contenuti del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale. Dal massiccio investimento sul capitale umano, all’obiettivo di avviare una nuova stagione di relazioni sindacali che punti sul confronto con le organizzazioni sindacali e porti a compimento i rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021: domani l’appuntamento al tavolo negoziale per quello che può essere considerato il primo banco di prova. Dal rilancio della contrattazione integrata con l’impegno a renderla fiscalmente più conveniente (come nel privato) all’introduzione anche nel pubblico del diritto-dovere soggettivo alla formazione (apripista è stato il contratto dei metalmeccanici del 2016 firmato da Fim, Fiom e Uilm con Federmeccanica e Assistal).

Il clima è cambiato, tanto da spingere il battagliero Landini a dire che «è il momento della responsabilità per tutti, di risolvere i problemi», sottolineando positivamente la notizia che «dopo questo patto cornice, parte già da venerdì (domani per chi legge, ndr) un confronto che nel merito coinvolge tutti i sindacati di categoria per dare gambe e corpo, agli impegni qui indicati. Si apre una fase molto importante e significativa». Sulla stessa lunghezza d’onda Sbarra: «Con il patto si dà il via alla ripresa del negoziato per rinnovare i contratti collettivi nazionali nel pubblico impiego, si sblocca la contrattazione di secondo livello, si avvia un grande piano di assunzioni nella pubblica amministrazione per portare i giovani con competenze tecniche e amministrative, e questa è la condizione più importante e impegnativa per attuare nei prossimi mesi le risorse del Recovery Plan». Lo stesso Sbarra nel sottolineare «il grande investimento sulla formazione, l’utilizzo del lavoro agile che rientra nel perimetro della contrattazione e l’avvio di un’operazione sui premi di risultato e sugli accordi di welfare nella Pa con gli stessi vantaggi fiscali del privato» parla di «svolta nei rapporti con il governo» di «una fase nuova di confronto». Anche Bombardieri evidenzia le «scelte strategiche sugli investimenti, sulla digitalizzazione, sulla semplificazione amministrativa, cose che fino a ieri non c’erano».


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