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Coronavirus: pass vaccinale ammissibile solo a condizione di uno specifico intervento legislativo
Il Garante della Privacy ha evidenziato le gravi conseguenze che potrebbe comportare un trattamento scorretto dei dati relativi allo stato vaccinale

Subordinare l’ammissione a determinati luoghi o servizi pubblici al possesso di un apposito pass vaccinale in relazione al Coronavirus potrà essere possibile solo mediante un’apposita norma di legge nazionale. L’Autorità Garante della Privacy, a quanto si apprende dal comunicato emesso questa settimana, non sembra transigere su tale condizione, alla luce dell’importanza dei dati relativi allo stato vaccinale. L’avvertimento dell’Autorità sembra in special modo diretto a chi, nelle ultime settimane, ha proposto lo sviluppo immediato di soluzioni di tal fatta, magari mediante la predisposizione di apposite applicazioni digitali; un eventuale trattamento scorretto dei dati in esame, infatti, potrebbe comportare “conseguenze gravissime per la vita e i diritti fondamentali delle persone: conseguenze che, nel caso di specie, possono tradursi in discriminazioni, violazioni e compressioni illegittime di libertà costituzionali”.

Rivolgendosi direttamente ai decisori pubblici e agli operatori privati italiani, il Garante ha sancito con forza la necessità di una normativa conforme ai principi in materia di protezione dei dati personali. È infatti requisito irrinunciabile “realizzare un equo bilanciamento tra l’interesse pubblico che si intende perseguire e l’interesse individuale alla riservatezza”. Alla luce di ciò, qualsiasi protocollo di accesso destinato “a distinguere i cittadini vaccinati dai cittadini non vaccinati” e attuato senza aver prima garantito una base giuridica valida sarà ritenuto illegittimo dall’Autorità; quest’ultima, in conclusione, anticipa che segnalerà prossimamente tale questione anche in Parlamento.

>> IL COMUNICATO INTEGRALE DEL GARANTE DELLA PRIVACY.


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