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Intervista a Giorgio Gori: "Il 5G è sicuro. Anzi, ritocchiamo le emissioni"
Il sindaco di Bergamo: "Serve una campagna di comunicazione efficace e regole uniformi per tutti i soggetti coinvolti. Noi siamo pronti a dare una mano"

di FABIO SAVELLI (dal Corriere della Sera – Economia) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

“Dobbiamo confutare qualunque paura infondata. Qui c’è in gioco il nostro futuro e il nostro progresso. Al bando le fake news. Il 5G è uno standard sicuro, non ha alcun impatto sulla salute dei cittadini. Anzi semmai i limiti della legge italiana alle emissioni elettromagnetiche sono troppo stringenti e dovremmo adeguarli alla media europea”.
Eppure più di qualche sindaco si è messo di traverso bloccando l’installazione delle antenne: solo tecno-luddisti privi di competenze o interpretano un sentimento popolare più diffuso di quanto si creda? “Non conosco la situazione delle loro comunità. Non so dire perché abbiano dato spazio ai contestatori del 5G – dice Giorgio Gori, 60 anni, sindaco di Bergamo da sei. Giornalista, fondatore della casa di produzione televisiva Magnolia -. Nella mia città mi pare siano posizioni molto minoritarie. Abbiamo fatto opera di informazione cercando di superare i timori di alcuni. Io vorrei anzi che Bergamo fosse tra le prime città italiane a poter sperimentare lo standard 5G. Ne vedo infinite applicazioni, sia riguardanti la vita dei cittadini, e il loro rapporto con la Pubblica Amministrazione, sia in campo industriale”.

Avremo migliaia di piccole antenne nelle città. Qualcuno è preoccupato anche dell’impatto visivo che il 5G porterà con sé

«Per questo dobbiamo essere chiari. Non c’è alcun studio che correla le emissioni del 5g a potenziali rischi per la popolazione. Semmai il problema è opposto. Abbiamo limiti alle emissioni elettromagnetiche troppo bassi. Ancor più bassi vicino a scuole ed abitazioni. Per questo saremo costretti ad installare molte antenne, quando potremmo ridurne il numero adottando gli standard internazionali accettati dalla comunità scientifica e usati dagli altri Paesi europei».

Nell’era dei Big Data non siamo neanche stati in grado di fare un tracciamento adeguato dei contagi da Covid. Non l’ha sorpreso?

«Penso che questo sia un campo in cui avere a disposizione uno standard di trasmissione dati molto più evoluto avrebbe potuto esserci di grande aiuto. Una ragione in più per accelerare. Il 5G, per esempio, potrebbe supportare servizi di telemedicina molto più performanti di quelli che abbiamo ora, interagendo a distanza in tempo reale, con diagnosi accurate e zero rischi di contagio. Oltre che aiutarci moltissimo nel lavoro a distanza. Parliamo di definizione e di stabilità del segnale, oltre che di una grande riduzione della latenza, cioè dei ritardi nella trasmissione dei flussi di dati. Ogni passaggio da “un G” all’altro ci ha portato un miglioramento dei servizi in mobilità. Ma questo mi pare particolarmente rilevante. È un moltiplicatore tecnologico senza precedenti».

L’interazione online tra cittadino e Pubblica Amministrazione non sempre funziona a dovere. Non crede che al netto del 5G manchi l’ecosistema di supporto?

«È un altro fronte su cui stiamo lavorando molto. La nostra amministrazione era già molto avanti, ma abbiamo approfittato del lockdown per aumentare di molto la gamma dei servizi disponibili direttamente online. Stiamo anche lavorando per diffondere l’adozione dello Spid, l’identificazione digitale del cittadino, in maniera gratuita. Abbiamo messo dei banchetti per la città e stretto un accordo con l’abilitatore Register.it per portare tutti ad usare servizi online. Il futuro richiederà una forte integrazione tra rete fissa e mobile, con la più estesa capacità di banda. Bergamo sta completando la cablatura in fibra dell’intera città, direttamente fino ai condomìni. Queste tecnologie sono poi decisive per il sistema produttivo, per le nostre imprese. Viviamo in un territorio a forte vocazione manifatturiera. il 5G permette l’interazione in tempo reale tra le macchine, l’automazione negli impianti, persino la manutenzione a distanza con capacità predittiva sui guasti».

Anche gli amministratori di condominio dovrebbero essere coinvolti perché le antenne saranno montate ovunque negli stabili

«Serve una campagna di comunicazione efficace e regole uniformi per tutti i soggetti coinvolti. Noi siamo pronti a dare una mano, facilitando i contatti con questi soggetti e gestendo con la massima rapidità i passaggi che ci coinvolgono. Senza paura, anzi: con la convinzione che si tratti di un importante investimento per il futuro della città».


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