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Smart working, quanto risparmiano davvero aziende e lavoratori?
Dai risparmi di spazio e di tempo ai minori costi di trasporto: tutti i vantaggi dello smart working per datori di lavoro e dipendenti. Anche se criticità e costi nascosti non mancano

di FRANCESCA BARBIERI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Questa settimana sulle pagine online del Sole 24 Ore è stato pubblicato un interessante articolo firmato da Francesca Barbieri nel quale si analizza con grande lucidità lo stato dell’arte all’interno delle aziende italiane con riferimento al grande tema del 2020 in ambito lavorativo: lo smart working. L’articolo, denso di dati e tabelle di facile comprensione focalizza gli aspetti psotivi e negativi dello smart working, allineando il pinto doi vista di datore di lavoro e lavoratore. Ecco di seguito uno stralcio dall’articolo.
Per oltre 7 aziende su 10 i vantaggi superano le criticità tanto che il 68% – secondo un’indagine condotta dall’Associazione dei direttori del personale Aidp – ha deciso che prolungherà le attività di smart working anche nella fase di ritorno ad una “nuova normalità” sia che lo stato di emergenza finisca il 15 ottobre sia che prosegua fino al 31 gennaio 2021 (come proposto dal Presidente del consiglio Giuseppe Conte).
Ma quanto risparmiano davvero aziende e lavoratori con lo smart working? E quali sono i costi e le criticità sull’altro piatto della bilancia? «I benefici ottenibili da questo cambio di paradigma si sono dimostrati rilevanti – spiega Mariano Corso, direttore dell’Osservatorio smart working del Politecnico di Milano -, non solo in termini di equilibrio e soddisfazione individuale ma anche di performance delle persone e dell’organizzazione nel suo complesso. D’altro canto con il ricorso massiccio al lavoro agile a causa dell’emergenza sanitaria sono venute spesso a mancare dinamiche di collaborazione e interazione cross-organizzativa che sono spesso implicite negli spazi degli uffici (’macchinette del caffè, corridoi, mensa). Se prolungata questa situazione rischia di pregiudicare o per lo meno limitare molti processi di innovazione organizzativa e miglioramento continuo».
Partiamo dai benefici. Dalle esperienze concrete raccolte dall’Osservatorio del Politecnico di Milano già prima dell’emergenza sanitaria attraverso lo studio di casi di successo si possono stimare vantaggi per il datore di lavoro pari a un aumento della produttività del 15% e alla riduzione del tasso di assenteismo fino al 70%.

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