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Il presidente Conte: una legge per il Recovery e nuovo patto pubblico-privato
Il messaggio del premier alla assemblea di Confindustria: "Bisogna riconoscere che siamo riusciti ad attenuare l'impatto economico dell'emergenza. Ora recuperiamo l'unità, dobbiamo promuovere una sinergia tra le forze migliori"

di MANUELA PERRONE (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Una «struttura normativa ad hoc» per il piano italiano di ripresa e resilienza, che individui «norme specifiche e soggetti attuatori dedicati» e che garantisca «trasparenza e tempi di attuazione certi». Con la promessa di «un nuovo patto pubblico-privato basato sulla fiducia che possa dare vita a un sistema di collaborazione e di coinvestimento tra Stato e imprese». Alla prima assemblea pubblica della nuova Confindustria di Carlo Bonomi il premier Giuseppe Conte prova a fugare la perplessità principale degli industriali: il timore che il Governo e la politica possano aggiungere incertezza all’incertezza della pandemia, sfiducia a sfiducia, bonus a bonus, sussidio a sussidio, senza ragionare in profondità con il mondo produttivo sulle priorità del Recovery Plan e sulla visione di fondo che dovrà permearlo.

Il presidente del Consiglio offre alle imprese la prospettiva di una legge che, come filtra da Palazzo Chigi, individuerà «soggetti attuatori responsabili», uno per ogni cluster, incaricati di monitorare il rispetto del cronoprogramma che sarà concordato con Bruxelles e dotati di poteri specifici di intervento in caso di impasse o ritardi. È sul tasto dell’affidabilità che Conte preme per rassicurare il mondo produttivo. Rivendica innanzitutto come “patente” gli elogi per la gestione della crisi Covid arrivati dall’Oms e da autorevoli testate internazionali, come il Wsj. Accoglie con soddisfazione l’attestato di Bonomi che gli ha riconosciuto «la credibilità» conquistata all’estero come «un asset su cui lavorare in questo G20» sotto la presidenza italiana. Un attestato che arriva proprio mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel indica l’Italia come meta non a rischio perché «agisce con grandissima cautela». «Abbiamo afferrato da subito – spiega Conte – che sarebbe stato impossibile porsi il problema della tutela del tessuto produttivo trascurando la tutela della sicurezza e della salute delle persone». Si può «valutare autonomamente se l’azione del Governo è stata soddisfacente o meno», è dunque il messaggio del premier, ma «sarebbe corretto» riconoscere che si è «riusciti ad attenuare l’impatto economico dell’emergenza con una quantità di risorse e una molteplicità di interventi senza precedenti».

Quel che va recuperato dei mesi dell’emergenza e del lockdown, secondo Conte (che ringrazia l’ex presidente di Confindustria Vincenzo Boccia per l’elaborazione condivisa dei protocolli di sicurezza per le aziende) è lo «spirito di unità». «Come abbiamo affrontato la sfida della pandemia – sottolinea – dobbiamo ora contribuire tutti insieme a vincere la sfida della ripartenza». Vincerla è un obbligo: «Non abbiamo alternative». La sollecitazione di Bonomi a scrivere insieme «un nuovo grande patto per l’Italia» è raccolta e accompagnata da un’altra rassicurazione: «Non siamo affatto convinti che ci sia uno Stato buono e un privato cattivo», scandisce Conte. «Dobbiamo promuovere una sinergia tra le forze migliori». Quanto alle riforme da mettere in cantiere, il presidente del Consiglio conviene sulla centralità di quella della Pa: in sua assenza «nessun piano di investimenti potrà conseguire i risultati sperati». Al tempo stesso, è ineludibile ridurre le diseguaglianze generazionali, sociali e territoriali: «Cresceremo poco e male se non punteremo a questo». Va in questa direzione lo sgravio «strutturale» del 30% sul costo del lavoro al Sud.

Conte non cita tutte le altre questioni sollevate da Bonomi, come il welfare, il gap salariale tra donne e uomini, la natalità che langue, il debito pubblico. Non si avventura sul nodo Mes. Ma si dice consapevole dell’opportunità storica: «Il Governo aprirà le porte a tutti i soggetti produttivi. Il Paese gioca la partita più importante. Non riguarda solo noi, dobbiamo lavorare anche per le generazioni future». E si farà, questa è la parola del premier, blindando il piano italiano con un provvedimento che ne definisca il percorso di attuazione e monitoraggio e istituisca una piattaforma online dove i cittadini potranno seguire lo stato di avanzamento di ogni singolo progetto.


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