Nell’ottica degli amministratori locali la questione del «salva Stati» si intreccia con il cantiere del Recovery Plan che il governo vuole definire nelle sue linee essenziali entro il 15 ottobre per avviare il prima possibile il confronto informale con la Commissione europea. L’Anci ha chiesto che ai Comuni siano destinati almeno 20 miliardi dei 209 che fra sussidi e prestiti possono arrivare all’Italia: «È una richiesta fondata – rilancia il presidente di Ali – perché le amministrazioni locali sono quelle che sanno spendere meglio e più in fretta le risorse per gli investimenti», e proprio il calendario di attuazione sarà uno dei criteri chiave nella fase di definizione delle proposte che si potranno fare largo nel Recovery Plan italiano.
Ma per rafforzare le proprie candidature, aggiunge Ricci, bisogna «evitare di presentare piccoli progetti locali, ma servono iniziative in grado di legare diversi territori». La cabina di regia centrale è rappresentata dall’Anci, ma nelle diverse aree dovranno essere Città metropolitane e Province a raccogliere e coordinare le proposte: un modo per ridare centralità a quegli «enti di area vasta» che hanno archiviato il rischio di essere cancellati, sono stati ricostruiti sul piano finanziario ma ora cercano un ruolo forte per rilanciare la propria azione.