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Enti locali, dai sindaci allarme personale su scuola e investimenti
Senza assunzioni di tecnici a rischio anche la gestione dei fondi del Recovery Plan. Le valutazioni dell'ANCI sul Decreto Agosto

di GIANNI TROVATI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Il Decreto Agosto tampona con altri due miliardi i conti degli Enti locali. Ma senza un set di interventi immediati sulla possibilità di assumere personale, anche a tempo determinato, i Comuni rischiano di andare in crisi su due fronti cruciali: quello della scuola, in particolare dell’infanzia in cui il ruolo dei Comuni è determinante, e quello degli investimenti, decisivo anche in vista del Recovery Plan su cui le città rivendicano un posto in prima fila come principale motore della spesa pubblica in conto capitale.

Suona così l’allarme lanciato ieri dai sindaci nel documento ANCI presentato all’audizione sul decreto 104/2020. Allarme condiviso in pieno dai colleghi che guidano le Province: «Aiutateci a riportare i ragazzi in classe», chiedono in un appello al Parlamento gli amministratori delle Province.
Il problema ha più sfaccettature. La prima è rappresentata dallo spazio necessario alla scuola in tempi di epidemia. Il fondo affitti è di 70 milioni ma le richieste arrivate all’avviso del Miur ne valgono almeno 300. Ma gli spazi, oltre a essere affittati, vanno riempiti di contenuti e attività: e per farlo serve personale.

In un contesto come quello imposto dal Covid-19 diventa archeologico il blocco scritto 10 anni fa nel decreto 78 del 2010, che vieta di superare la spesa del 2009 per i contratti a tempo determinato. Alla scuola e agli asili comunali serve una deroga subito, spiega l’ANCI, per combattere con qualche arma in più la «lotta contro il tempo» ingaggiata per la riapertura della scuola.

Ma non sono solo i servizi educativi a soffrire una carenza di organico che negli anni si è fatta cronica. L’addio al turn over avviato dalla manovra 2019, che secondo le stime dell’allora governo giallo-verde avrebbe dovuto permettere fino a 40mila nuove assunzioni nei Comuni, è stato sfortunato nell’attuazione, arrivata solo nei mesi scorsi. Perché il nuovo parametro misura le possibilità di assunzioni in ogni ente in base alle entrate di bilancio: ma le entrate sono state abbattute dagli effetti economici della pandemia.
Per questa ragione i sindaci chiedono una serie di correttivi al meccanismo, e una misura specifica per rafforzare la capacità di investimento: l’idea è quella di dedicare una quota delle risorse destinate agli investimenti (l’ipotesi è il 2%) per l’assunzione a tempo dei tecnici necessari a seguire tutte le tappe successive alla progettazione, che vanno dalla gestione delle procedure alla rendicontazione. Perché lo stesso decreto Agosto anticipa risorse importanti per gli investimenti, il Recovery Plan ne promette altre: ma senza i tecnici si rischia di non riuscire a spenderle.

La caduta delle entrate colpisce poi i concessionari privati chiamati a riscuoterle, al centro da mesi di un crollo delle attività che mette a rischio la raccolta dei tributi oltre ai posti di lavoro in queste aziende: per questo l’ANCI preme per la possibilità di rimodulare i contratti in deroga al codice Appalti.


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