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Da Confindustria un Patto per rilanciare l'Italia: arriva il sì di Cisl e Uil
Il prossimo 7 settembre l'incontro tra Confindustria sindacati su crescita, lavoro e contratti

di MARCO ROGARI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

È un «sì» al grande Patto per l’Italia, lanciato dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, quello che arriva dai sindacati. Che chiedono che si parta dal rinnovo dei contratti, pubblici e privati. E il primo banco di prova diventa di fatto l’incontro fissato lunedì 7 settembre – il primo dopo i cambi al vertice degli industriali e alla guida della Uil – tra Bonomi, ed i segretari generali delle tre principali organizzazioni sindacali, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri. Sul tavolo numerosi temi: dai contratti alla riforma degli ammortizzatori sociali e alle politiche attive del lavoro, il tutto con lo sguardo puntato alle possibili vie d’uscita dall’emergenza Covid.

La proposta illustrata domenica in un’intervista a “La Stampa” dal presidente di Confindustria è quella di un grande Patto per l’Italia da fare «tutti insieme» per evitare il rischio di «una crisi irreversibile». Un Patto da costruire su un piano di riforme strutturali sfruttando i fondi Ue, su un piano di politica industriale di mercato e con un’operazione fiducia sulle imprese. Secondo Bonomi «un milione di posti di lavoro bruciati resta un numero molto credibile» e l’emorragia si può arginare «ridisegnando il sistema della protezione sociale», come chiesto da Confindustria a inizio luglio.

«Credo che faccia bene Bonomi a chiedere al governo di attivarsi subito per un Patto sociale forte per la crescita e l’occupazione, a partire dal tema dei giovani», afferma la segretaria generale della Cisl Furlan. Che aggiunge: «Vedo ancora rigidità sulla questione dei contratti. Furlan auspica che il round del 7 settembre «faccia chiarezza, che si confermi la volontà di mettere al centro la contrattazione e si inizi a lavorare seriamente». E prosegue: «Basta battute ad effetto sui giornali, oggi è il momento di attivare confronti seri e produttivi». Furlan poi sostiene che il Patto per la fabbrica firmato due anni fa, «va rispettato da tutti perché definisce bene come si fanno i contratti e la loro importanza per la crescita del Paese».

Un ok al Patto per l’Italia, ma cominciando dai contratti, è anche la strada da percorrere per la Uil. «Apprendiamo con favore che anche il presidente di Confindustria è propenso a un Patto per il Paese: noi lo proponiamo da mesi», dice Bombardieri aggiungendo: « Il problema, come sempre, è nei contenuti. Noi pensiamo che occorra valorizzare il lavoro di chi, nonostante le eccezionali difficoltà, ha mantenuto a galla il sistema delle imprese, dei servizi e della Pa».Secondo il segretario generale della Uil, dunque, il primo passo deve essere rappresentato «dal rinnovo dei contratti per milioni di lavoratrici e di lavoratori», anche perché sono in «tanti» che «aspettano di vedere riconosciuto questo loro diritto da anni. Anche da qui parte il rilancio del Paese che ha, ovviamente, bisogno di investimenti in infrastrutture, reti, istruzione, sanità, pubblico impiego». E su questa questione si era soffermato al Meeting di Rimini anche il segretario generale della Cgil Landini sostenendo che «molti contratti vanno rinnovati, ma Confindustria ha scelto di non rinnovarli. Deve decidere se intende investire nella relazioni oppure no».

Su un punto non sembrano esserci grandi distanze, ed è quello della necessità di un confronto. La conferma arriva dalle parole di Bombardieri: «Solo un dialogo costruttivo che conduca a decisione giuste ed economicamente efficaci può scongiurare il rischio dello scontro sociale».


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