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Regioni, ok alla doppia preferenza ma sulla legge elettorale nazionale è stallo
Riforma elettorale, dove eravamo rimasti? Il cosiddetto Germanicum, un proporzionale con soglia di sbarramento al 5% frutto dell’accordo tra i partiti al momento della formazione del Conte 2, stenta a spiccare il volo

di EMILIA PATTA (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Il Governo, in vista delle elezioni regionali fissate per il 20 settembre prossimo, “impone” la doppia preferenza di genere alle Regioni (Liguria e Puglia) che ancora non avevano adeguato le loro leggi elettorali alla norma nazionale. O meglio riesce a trovare ampia condivisione sull’informativa in materia elettorale – tecnicamente solo un sollecito che non comporta obbligo – approvata in Cdm e fortemente voluta dalle ministre renziane Elena Bonetti e Teresa Bellanova («è una vittoria delle donne») e dal ministro dem per gli Affari regionali Francesco Boccia: quota di lista del 40% (in ciascuna lista i candidati dello stesso sesso non devono eccedere il 60 per cento del totale) e preferenza di genere (almeno due preferenze, di cui una riservata a candidato di sesso contrario).

Ma l’ampia condivisione in materia elettorale si ferma sulle soglie della Camera, dove il cosiddetto Germanicum (un proporzionale con soglia di sbarramento al 5% frutto dell’accordo tra i partiti al momento della formazione del Conte 2) stenta a spiccare il volo. La prossima settimana la commissione Affari costituzionali finirà il ciclo di audizioni e l’intenzione di Pd e M5s è quella di arrivare al primo sì dell’Aula entro luglio. Questo, almeno, l’input dato ai deputati dem dal segretario Nicola Zingaretti e dal capodelegazione al governo Dario Franceschini. Ma c’è un ma: il defilarsi, anche se ancora non ufficialmente, della renziana Italia Viva – i cui voti sono determinanti in Senato – timorosa della soglia al 5%.

È vero che i deputati renziani non sono determinanti in commissione, ma è anche vero che i timori di Pd e M5s sono concentrati sull’Aula: il regolamento di Montecitorio prevede in materia elettorale molti voti segreti. Certo, il proporzionale con soglia al 5% non è sgradito a Silvio Berlusconi, dal momento che darebbe a Forza Italia la possibilità di sganciarsi più facilmente dall’alleanza con la Lega dopo le elezioni e già in campagna elettorale. Ma prima delle regionali, in vista delle quali il centrodestra ha appena ritrovato l’unità coalizionale, Forza Italia difficilmente si potrà smarcare da Matteo Salvini su un tema squisitamente politico come la legge elettorale. «Buon senso vorrebbe che prima chiudessimo la vicenda del referendum costituzionale sul numero dei parlamentari e poi affrontassimo il problema della legge elettorale. Non vedo nessuna necessità di precorrere i tempi», dice non a caso la capogruppo azzurra Maria Stella Gelmini. Anche per il Germanicum sembrerebbe alle viste un rinvio all’autunno.


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