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Comune di Bergamo: un'esperienza di smart working davvero speciale, sinonimo di autonomia ed efficienza
Maggioli Informatica realizza un applicativo software per agevolare il lavoro di un non vedente

Al Comune di Bergamo uno smartworking davvero speciale per un operatore del call center: il dipendente ha 43 anni, è non vedente da quando aveva 12 anni e lavora al call center. Finora sul lavoro non era mai riuscito a essere del tutto autonomo, aveva sempre bisogno di un collega. Ma grazie alla tecnologia, ora non solo è autonomo ma, in questa emergenza dovuta al Covid-19, può anche lavorare da casa.

«Ho sempre puntato sull’autonomia». Raimondo ha 43 anni, vive a Casnigo, ha una moglie, due figli ed è non vedente da quando aveva 12 anni. «Ma mi ricordo ancora i colori», dice. Lavora per il Comune di Bergamo dal 2008, tramite la cooperativa La Sfida, di cui è socio e che contribuì a fondare. Per arrivare al lavoro, usa tre mezzi pubblici, un pullman, la tramvia e poi l’Atb, dalla stazione a Porta Nuova, perché orientarsi a piedi lungo viale Papa Giovanni non è semplicissimo. Si sposta da solo, con il suo bastone, tre ore tra andata e ritorno. «Viaggio in modo autonomo – racconta -. Mia moglie deve portare a scuola i bambini, non potrebbe accompagnarmi al lavoro. E poi mi piace essere indipendente e non mi sono mai posto limiti, mi sono anche laureato in Filosofia a Pavia».

Ma è proprio sul lavoro che, finora, non era mai riuscito a essere del tutto autonomo. Aveva sempre bisogno di un collega che lo aiutasse a fare un pezzetto di qualcosa. Così il Comune ha pensato di aiutarlo a lavorare anche senza l’ausilio di qualcun altro. C’è stato bisogno della tecnologia e adesso non solo è autonomo, ma in questa situazione di emergenza, può anche lavorare in smartworking. Come tutti gli altri.

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