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Nella babele dei tributi locali resta l’IMU e slitta la TARI
Tra una settimana, il 16 giugno, c’è l’appuntamento con l’acconto della nuova imposta municipale unica, che da quest’anno accorpa anche la TASI: tra le grandi città italiane sono rari i casi di proroga

di DARIO ACQUARO e FLAVIA LANDOLFI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

La giunta bolognese ha licenziato giovedì scorso una delibera che prevede riduzioni TARI del 25, 40 o 50% per le utenze non domestiche: scuole e aziende, negozi e botteghe, circoli culturali e sportivi penalizzati dalle misure di confinamento. La delibera agevola l’associazionismo e il Terzo settore, e per tutti rivede le scadenze.
Da Venezia a Napoli, da Firenze a Palermo, i maggiori Comuni si sono mossi per rimodulare il calendario 2020 di acconti e saldi della tassa rifiuti. Alcuni l’hanno fatto già nei primi tempi dell’emergenza sanitaria, come Milano che era intervenuta con l’ordinanza sindacale dell’11 marzo. Altri si dicono pronti a farlo, come Bari che guarda al termine per l’approvazione delle tariffe 2020 (31 luglio), o Catania che ha preso tempo fino al 30 giugno per tirare fuori un nuovo calendario, con la prima probabile scadenza al 31 luglio. Altri ancora – vedi Torino, Genova o Pescara – hanno anche previsto una doppia corsia di date, per utenze domestiche e no.
Ma se sulla tassa rifiuti le amministrazioni mostrano “facilità” di movimento, il discorso cambia quando si parla di IMU. Tra una settimana, il 16 giugno, c’è l’appuntamento con l’acconto della nuova imposta municipale unica, che da quest’anno accorpa anche la TASI. E – almeno tra le grandi città italiane – sono rari i casi di proroga.

L’IMU va dritta alla cassa
L’appuntamento con l’acconto (che vale circa 10 miliardi) è “nazionale”, sottolineno gli assessori. E il Governo nulla ha disposto, limitandosi a esonerare da questa prima rata solo il comparto turistico: alberghi, b&b, stabilimenti balneari. Vero. Però i margini per differire i termini ci sono, garantiti dalla legge di Bilancio 2020 (160/2019) che consente la proroga locale in «situazioni particolari», come ben può essere l’emergenza in corso. Tra i principali Comuni l’ha deciso Venezia, spostando la data al 16 luglio. E sta per deciderlo Taranto: il 16 settembre per le famiglie, il 16 dicembre per le imprese colpite dal lockdown. Nel silenzio dell’esecutivo nazionale (si veda l’articolo a lato) stanno invece pensando a una moratoria di interessi e sanzioni sia Bari che Messina. Mentre Roma ha sospeso fino al 30 settembre l’invio degli avvisi di accertamento Imu. Anche se – riflettono alcuni – grazie al ravvedimento, esteso ai tributi locali, si potrà comunque sanare l’eventuale ritardo versando la sanzione minima ridotta pure oltre un anno dalla scadenza.

Per le imprese (pochi) sconti TARI
Quanto alla Tari, lì si apre anche il fronte degli sconti. Per le famiglie, però, non se ne trovano (ancora) di nuovi: si tratta spesso di quelli già fissati pre-crisi, in base alla situazione economica e al disagio sociale. Per le imprese, invece, si intravede qualcosa: Firenze, ad esempio, intende applicare gli sconti per le attività danneggiate dalla chiusura per Covid, in linea con quanto dichiarato dall’Arera; Milano valuta la riduzione della quota variabile; Roma sta censendo l’impatto degli aiuti ed entro il 31 luglio conta di approvarle. Tariffe e agevolazioni (che arriveranno) non sono state ancora approvate neanche a Napoli, dove il vicesindaco Enrico Panini, delega al bilancio, rimarca che «non sono stati definiti i trasferimenti dello Stato per le minori entrate tributarie dei Comuni e gli sconti previsti da Arera sono del tutto irrilevanti rispetto al devastante effetto economico causato dall’epidemia».

La sostenibilità dei bilanci
Sullo sfondo di scadenze, sconti e sospensioni nella babele dei Comuni c’è la partita della sostenibilità dei bilanci che rischiano un rosso profondo alla fine dell’anno. «A oggi – tuona Alessandro Caselli, delegato Anci alla finanza locale – i Comuni possono contare su 3 miliardi a ristoro del minor gettito e poco altro su singole voci: il tutto a fronte dei 7 miliardi che i Comuni non incasseranno secondo stime realistiche». Il governo dal canto suo ha promesso un’iniezione di almeno altri 3 miliardi «che però – prosegue Canelli – dovranno arrivare entro luglio, fermo restando che l’equilibrio di bilancio dovrà necessariamente slittare al 30 settembre».
Calata nella realtà comunale l’Sos bilanci è una realtà con la quale i Comuni stanno facendo i conti. E che si rivelerà dopo la scadenza Imu. «Secondo le nostre stime – spiega Eugenio Seccia, assessore al bilancio del Comune di Pescara – a fine anno le casse comunali chiuderanno con minori introiti per 27 milioni di euro, pari al 26% delle entrate: il minor gettito in termini assoluti arriverà dall’Imu con 9,5 milioni in meno rispetto al 2019». Ma senza una nuova iniezione di risorse il tavolo rischia di saltare per tutti.


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