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Piccoli Comuni, definiti i parametri per individuare i beneficiari dei finanziamenti
Lo schema di decreto ministeriale

di PATRIZIA RUFFINI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Sono 5522 i Piccoli Comuni italiani secondo la legge loro dedicata. Il numero arriva dallo schema di decreto che dà attuazione alla legge sui piccoli Comuni n. 158/2017, individuando e definendo i parametri occorrenti per costruire la banca dati.
All’articolo 1, secondo comma della legge, viene specificato il perimetro di inclusione degli enti: per piccoli Comuni si intendono gli enti con popolazione residente fino a 5mila abitanti, nonché, quelli istituiti a seguito di fusione tra Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti ciascuno. I piccoli Comuni possono beneficiare dei finanziamenti disciplinati dall’articolo 3 della medesima legge, con la predisposizione del Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli Comuni, qualora rientrino in una delle dodici tipologie elencate. Le tipologie abbracciano i Comuni collocati in aree interessate da fenomeni di dissesto idrogeologico; quelli caratterizzati da marcata arretratezza economica; quelli nei quali si è verificato un significativo decremento della popolazione residente rispetto al censimento del 1981; i comuni caratterizzati da condizioni di disagio insediativo; quelli caratterizzati da inadeguatezza dei servizi sociali essenziali, i Comuni ubicati in aree contrassegnate da difficoltà di comunicazione e dalla lontananza dai grandi centri urbani e quelli la cui popolazione residente presenta una densità non superiore a 80 abitanti per chilometro quadrato. Ancora, sono considerati piccoli e da comprendere tra i destinatari della legge, i comuni appartenenti alle unioni di comuni montani, quelli con territorio nel perimetro di un parco o area protetta e i comuni nati da fusione.
Per «calare» la norma si rimandava la definizione dei parametri occorrenti per la determinazione delle tipologie, a un decreto del Ministro dell’Interno, di concerto con quello dell’Ambiente, delle Infrastrutture, del Lavoro e dei Beni culturali, sentito l’Istat.

Lo schema di decreto individua i parametri da verificare per costruire gli indicatori, sulla base dei quali selezionare l’appartenenza o meno del Comune alla tipologia di legge. Sono considerati potenziali destinatari dei contributi i municipi in possesso di almeno un requisito tra quelli elencati.
Gli indicatori inseriti nella banca dati rispondono dunque alla duplice esigenza di rappresentare le tipologie definite dalla legge e di esercitare una funzione di filtro rispetto all’insieme dei piccoli Comuni. Per valutare il dissesto idrogeologico, ad esempio, è stato scelto il parametro della percentuale di area a pericolosità idraulica e la pericolosità di frana. Il parametro dell’arretratezza economica è stato valutato sulla base del reddito Irpef minore della media italiana di euro 20.213,73 euro. L’inadeguatezza dei servizi sociali essenziali è stabilita dall’ammontare della spesa per interventi e servizi sociali nei comuni rapportata alla popolazione. La misura della scarsa spesa invece è determinata dalla spesa media per abitante minore della media italiana (pari a 116 euro).
Infine, i Comuni istituiti a seguito di fusione o incorporazione sono 111.


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