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Coronavirus: trasporto pubblico, ecco le regole della "Fase 2"
Il ruolo cruciale giocato dal trasporto pubblico locale: un punto di vista sull'orizzonte dei prossimi mesi

di MARCO MORINO (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

«Garantire la sicurezza sanitaria dei passeggeri e del personale ed evitare il più possibile un insostenibile incremento nell’utilizzo dell’auto privata». Asstra, l’associazione nazionale maggiormente rappresentativa delle imprese di trasporto pubblico locale in Italia (circa un migliaio di imprese, 124mila addetti, 12 miliardi di fatturato l’anno), è consapevole del ruolo cruciale giocato dal trasporto pubblico locale – bus, tram, metropolitane, ferrovie regionali -in vista della fase 2. E propone a istituzioni (governo ed enti locali) e imprese alcune soluzioni operative.

I numeri dell’emergenza
Gli spostamenti garantiti attraverso la mobilità pubblica sono oltre 14 milioni al giorno, per un totale complessivo annuo di quasi 5,4 miliardi di spostamenti. Nei primi mesi dell’emergenza (marzo-aprile 2020) si sono persi quasi 400 milioni di viaggi al mese (-90% dei passeggeri). Nel corso della fase 2 sarà presumibile attendersi un utilizzo del mezzo di trasporto pubblico quasi esclusivamente per motivazioni legate al lavoro e a situazioni di necessità. È ipotizzabile prevedere un contributo pressoché nullo della quota di spostamenti dovuta a motivi di studio, atteso che in questa fase non è previsto un ripristino delle attività scolastiche che si auspica possano riprendere nel mese di settembre.

Le misure operative
Non potendosi applicare nel settore del Tpl (trasporto pubblico locale) rigide regole di distanziamento, osserva l’associazione presieduta da Andrea Gibelli, occorre incidere a monte attraverso la combinazione di misure (di coordinamento con le aziende e di regolazione dei flussi di mobilità) sulla capacità di trasporto rendendola coerente con le esigenze di sicurezza sanitaria da un lato e con la necessità di garantire un servizio universale dall’altro. Nell’immediato, non sarà possibile incrementare il parco mezzi: la produzione richiederebbe tempi variabili che vanno da 18 a 36 mesi a seconda della tipologia di mezzi, bus o treni.

Orari differenziati
Dal documento elaborato da Asstra emerge chiara la difficoltà di mantenere e controllare le regole di distanziamento sui mezzi pubblici e si indicano per questo tutta una serie di proposte e interventi necessari. Alcune precondizioni vengono indicate con chiarezza e possono essere attuate nel breve periodo: prevedono la rimodulazione degli orari di città e territori per l’avvio delle attività scolastiche, universitarie, lavorative e produttive. Ma anche un’incentivazione ulteriore del ricorso allo smart working. A queste si aggiungono anche altre proposte come l’introduzione della figura del mobility manager nelle grandi aziende e l’incremento delle corsie preferenziali e dei semafori intelligenti per facilitare la velocità del trasporto pubblico.

Servizi a chiamata
Asstra chiede ai gestori di Tpl anche di prevedere l’offerta di tre servizi, la cui attuazione prevede costi medio bassi: trasporti dedicati, da un terminal a un punto generatore di traffico (ad esempio un’azienda); servizi a chiamata per spostamenti individuali in base alle richieste degli utenti; servizi a prenotazione obbligatoria, tipo executive, da realizzare su alcune linee per saltare le fermate, con tariffe differenziate.

Mascherine e guanti
L’obbligo di mascherine e guanti è un onere a carico dei passeggeri ma le aziende possono introdurre soluzioni per favorire l’approvvigionamento in prossimità di stazioni e fermate (distributori, dispenser).

L’afflusso di passeggeri
Per questo sono richiesti tavoli territoriali per gestire la domanda, forme di collaborazione con le forze dell’ordine per gestire i flussi ma anche misure, che possono attuare le imprese di trasporto, separando flussi di salita/discesa o entrata/uscita da bus e metro.

I controlli
Per i controlli Asstra parla di logica di autotutela, «soggetta in prima battuta alla responsabilità personale di ognuno» mentre «in seconda battuta la responsabilità dei controlli potrà essere attribuita solo ed esclusivamente alle forze dell’ordine» e che «non è possibile attribuire al personale viaggiante e di stazione» che può solo attivare segnalazioni. «Non è materialmente attuabile – viene poi spiegato – un’attività sistematica di misurazione della temperatura corporea dei passeggeri».


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