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Rivoluzione smart working nella PA
L’emergenza sanitaria di questi giorni ci impone una doverosa riflessione sull’importanza dello smart working (Lavoro agile)

L’epidemia di Coronavirus – Covid-19 sta trasformando il modo di lavorare, anche nella Pubblica Amministrazione che, nel 2019, ha fatto grandi passi in avanti verso un modello di lavoro “smart”: oggi il 16% delle Pubbliche Amministrazioni ha progetti strutturati di lavoro agile (nel 2018 era l’8% e nel 2017 il 5%).
Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, ha pubblicato nel mese di marzo 2020 la circolare n. 1 con lo scopo di evidenziare che l’obbligo per la PA di adottare misure organizzative finalizzate a consentire il ‘lavoro agile’ (il cosiddetto smart working) ai propri dipendenti è ormai a regime ed ha superato la fase. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali definisce “lo Smart Working (o Lavoro Agile) una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e di lavoro.

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