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Coronavirus: terza zona rossa, pressing della Lombardia sul Governo
Lombardia Regione più colpita: le istituzioni locali chiedono a gran voce misure per il sostegno economico e occupazionale

di SARA MONACI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Non c’è ancora la “zona rossa” numero 3, quella ipotizzata a inizio settimana per due paesi della Val Seriana, in provincia di Bergamo, Alzano Lombardo e Nembro, dove vivono rispettivamente 14 e 12mila abitanti. Il governo non ha ancora sciolto la riserva, anche se l’Istituto superiore della sanità ha ricevuto i dati della Regione Lombardia che dimostrerebbero l’esistenza in questa zona di un focolaio ormai più temibile di quello vicino a Lodi e della zona di Vo’ Euganeo (Padova). Per questo i vertici di Palazzo Lombardia hanno chiesto, in attesa di capire quale sarà la decisione dell’esecutivo, di «ridurre drasticamente i contatti interpersonali, anche quelli di lavoro», ha detto l’assessore al Welfare Giulio Gallera.
È stata nuovamente rappresentata la situazione della bergamasca, dove il contagio corre più velocemente che nel resto del paese, con 114 nuovi casi in un giorno. La Lombardia dunque vorrebbe attuare quelle misure già prese per i paesi del lodigiano – a maggior ragione dopo che il governo ha imposto la sospensione delle attività scolastiche a tutto il paese.

Situazione critica in Lombardia
Due giorni fa il governatore lombardo Attilio Fontana ha parlato con il ministro della Salute Roberto Speranza. Il ministro è arrivato a Milano. La decisione però non è stata ancora presa. In arrivo in Lombardia c’è intanto una nuova misura drastica: l’interruzione dell’attività ambulatoriale medica, pubblica o privata, ad eccezione delle prestazioni urgenti. Dovrebbe iniziare dalla settimana prossima e proseguire fino a due mesi. Già il 70% degli interventi ospedalieri sono stati posticipati (i casi di programmazione non urgente).
Intanto ieri la Protezione civile ha fornito il consueto bilancio aggiornato dei malati di Coronavirus. Sono 3.296, di cui 351 in terapia intensiva. Il resto è composto sia da malati sotto osservazione che da sintomatici con problemi più lievi. L’85% si trova nelle tre regioni nelle quali si sono diffusi i primi contagi: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Nella sola Lombardia c’è il 54% dei malati, con un aumento dei casi in un giorno di 280 (da 1.497 a 1.777); in Emilia gli ammalati sono il 20% del totale e in Veneto l’11 percento. A Milano i casi sono 86, relativamente pochi.
Sono in crescita anche i guariti, ieri sera 414. Purtroppo i morti sono 148. Le percentuali quindi non cambiano: circa il 10% ha bisogno di una terapia intensiva, la letalità è intorno al 2-3% e riguarda prevalentemente soggetti fragili e anziani.
La corsa al contenimento del contagio ha a che vedere sempre con la difficoltà di reperire tanti posti in terapia intensiva, e per questo lo sforzo è di evitare che si arrivi alle grandi città, dove per ora il virus, rassicurano gli esperti, non si è ancora diffuso. In Lombardia ci sono nel settore pubblico 850 posti, grazie anche allo spazio recuperato in altri reparti. Con l’utilizzo parziale delle sale operatorie si potrebbero recuperare ulteriori cento posti (a cui si aggiungono i 160 del privato). «Il sistema regge ma gli afflussi al pronto soccorso, tra i 50 e i 70 al giorno, ci dicono di tenere alta la guardia», conclude Gallera. In Lombardia c’è anche il più alto numero di autoisolati, 11mila.

Le misure economiche
Il fatto che la Lombardia sia la Regione più colpita sta spingendo le istituzioni locali a chiedere a gran voce le misure per il sostegno economico e occupazionale, a cui sta lavorando anche il governo. Il vicepresidente lombardo Fabrizio Sala chiede da giorni che i provvedimenti riguardino tutto il territorio regionale e non solo le zone rosse. In queste ore governo e regione lavorano insieme al congedo parentale per i genitori che devono assentarsi dal lavoro per guardare i figli (con busta paga piena e rimborso alle aziende) e al voucher baby sitter. L’appello è di non organizzare micro-asili in casa.


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