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CONSIP, risparmio medio -15%: boom di Pc per telelavoro PA
La centrale di riferimento per gli acquisti della PA si prepara anche a far fronte alle richieste per dotarsi degli strumenti tecnologici necessari per favorire lo "smart working" e limitare i problemi organizzativi legati al diffondersi del Coronavirus

di MARCO ROGARI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Una spesa per acquisti Pa gestita direttamente con strumenti centralizzati cresciuta dell’80% in quattro anni: da 8,2 miliardi nel 2016 a 14,8 miliardi nel 2019. Un risparmio sui prezzi d’acquisto di 3,3 miliardi nello scorso anno, con una riduzione media del 15% passando dallo sconto superiore al 50% per gli approvvigionamenti di Pc a quello del 9% per le forniture di energia. Sono i dati principali dell’attività della Consip, che l’ad, Cristiano Cannarsa, porterà all’esame del Cda insieme ad un bilancio che si è chiuso con un utile di oltre 7 milioni e che porta a quota 18,1 miliardi i risultati positivi ottenuti nell’ultimo triennio, successivo al ciclone giudiziario che aveva investito la società del Mef.

La Consip, che è la centrale di riferimento per gli acquisti Pa, si prepara anche a far fronte alle richieste della pubblica amministrazione per dotarsi degli strumenti tecnologici necessari per favorire lo “smart working” e limitare i problemi organizzativi legati al diffondersi del Coronavirus. L’ultima richiesta è stata quella della giustizia amministrativa e contabile per 600 portatili in convenzione. «In tempi di Coronavirus – sostiene Cannarsa – si potranno così garantire i servizi essenziali anche da casa». Resta il problema dello “scaffale elettronico” per le mascherine che risulta vuoto. Cannarsa guarda anche al futuro di Consip, che interagisce con 93mila uffici acquisti del settore pubblico e 136mila imprese che vendono beni e servizi. Secondo l’ad, le coordinate su cui tracciare la nuova rotta sono quelle di pochi grandi bandi concentrati soprattutto su “commodity” come luce, gas, auto e di un sempre maggiore ricorso alle aste digitali per l’acquisto di alcune tipologie di prodotti, come una sorta di «Amazon della Pa», facendo leva anche sul MePa (il mercato elettronico della Pa) per le gare sotto soglia Ue che nell’ultimo anno hanno inciso per 5 miliardi sul raggio d’azione Consip. Che resta però ancora lontano da quei 35 miliardi di spesa per beni e servizi che sarebbero potenzialmente aggredibili direttamente con gli strumenti della società controllata dal Mef. I risultati già raggiunti per Cannarsa sono in ogni caso tutt’altro che trascurabili anche alla luce delle difficoltà con cui l’ad e il Cda, che sono vicini alla scadenza del mandato, si sono dovuti misurare al momento dell’insediamento nel 2017. Ieri, ad esempio, sono stati sbloccati i primi lotti della gare di Facility Management che erano state bandite nel 2014-16 per un valore di 5,3 miliardi ma che poi erano finite al centro delle indagini della magistratura e di una lunga serie di ricorsi.

La riassegnazione dei primi cinque lotti vale 780 miliardi. Parallelamente sono in corso altre iniziative di Facility management di aggiudicazione per altri tre settori (musei, sanità, caserme) per un totale di oltre 2,5 miliardi. Lo sblocco delle gare e la riduzione del contenzioso sono state fin dal primo momento tra le priorità di Cannarsa, E in tre anni si sono ridotti sensibilmente anche i costi di gestione proprio del Contenzioso, che anche grazie all’introduzione del patrocinio dell’Avvocatura dello Stato, sono scesi da 2 milioni a 800 mila euro per il solo costo degli avvocati. «Sono arrivato nel giugno 2017 ereditando una situazione di complessiva criticità del sistema Consip, afferma Cannarsa sottolineando che di aver trovato al suo arrivo un elevato contenzioso e soprattutto processi interni non strutturati. Di qui la decisione di cambiare «tutti i vertici dei diversi settori dando spazio a professionalità che già erano nell’azienda». e di introdurre alcune novità nel rapporto tra Pa e bandi come «l’inversione della busta A» nelle procedure di gara


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